Sostanzialmente conclusa la “stagione climatica” dell’Ozono con 59 giorni di superamento dell’attuale limite di legge, più del doppio dei 25 giorni ammessi in un anno, sono al via le limitazioni del traffico in funzione anti Pm10.
“Anche quest’anno – dichiara Lucio Passi responsabile politiche antismog di Legambiente Padova- i provvedimenti previsti dal 1 ottobre nel Veneto e conseguentemente a Padova sono molto deboli. Il blocco stagionale delle auto più inquinanti, che doveva comprendere i diesel euro 4, vecchi ormai di 13 anni, era previsto il 1° ottobre 2020 ma è stato prorogato dalla regione Veneto che da sempre frena le politiche antismog. Va ricordato che a Padova, sia il Pm10 (polveri sottili), che il Pm2,5 (polveri ultrafini) superano il limite annuale di legge consecutivamente da quando sono monitorate da Arpav. Il Pm10 da ventidue anni”.
“Per di più – – continua Passi- non vengono rispettate le linee guida dell’OMS riguardanti i limiti del PM10 e altri inquinanti, molto più restrittivi di quelli in vigore e abbassati ulteriormente lo scorso 22 settembre” VEDI .
Per quanto riguarda la media annuale del Pm10, l’OMS stabilisce in 15 microgrammi per metro cubo d’aria (µg/m³) i limiti da adottare contro i 40 attuali. Per i superamenti giornalieri la soglia deve essere di 45 µg/m³ contro i 50 ancora previsti dalla legge.
Per il Pm2,5, le micropolveri ancor più dannose del Pm10, perché più sottili e quindi capaci di penetrare più in profondità nell’organismo, il valore annuale dell’OMS è di 5 µg/m³ contro i 25 ancora in vigore.
Per l’Ozono l’OMS porta il valore giornaliero da 120 a 100 µg/m³.
“Un abbassamento delle soglie – sottolinea l’esponente di Legambiente – a tutela della salute che mostra chiaramente come le polveri sottili ci danneggiano già a concentrazioni molto ridotte, producendo un impatto rilevante ancor più esteso di quanto precedentemente ritenuto. Di conseguenza le politiche volte a ridurre le concentrazioni degli inquinanti atmosferici devono subito essere potenziate in maniera significativa”.
“Il Comune – rileva Passi- per quanto limitato nell’azione dalla Regione poteva e può fare di più, soprattutto a livello di politiche strutturali. Se molto è stato fatto e si fa per potenziare il bike sharing anche elettrico (grande successo del servizio monopattini) e per le nuove linee tranviarie, mancano all’appello l’aumento della frequenza dei bus, la realizzazione delle linee della bicipolitana e soprattutto l’elaborazione di un PUMS (Piano mobilità sostenibile) realmente efficace.
“Ci auguriamo almeno – conclude Passi- di vedere realizzato entro fine mandato il previsto ampliamento dell’area pedonalizzata in via Dante, Piazza Insurrezione e zone limitrofe, ma resta irrisolto il nodo dell’ex caserma Prandina. Trasformarla in un grande parcheggio aumenterebbe il traffico di attraversamento verso il centro, con il conseguente inquinamento e sottrarrebbe alla città una preziosa area verde, che come tutti sanno filtra e calmiera le smog”.