Per il terzo giorno consecutivo le stazioni di monitoraggio Arpav a Padova hanno registrato il superamento della soglia d’attenzione, oltre cioè i 180 microgrammi per metrocubo d’aria, soglia oltre la quale si possono registrare effetti acuti immediati.
Il valore per la protezione umana sul lungo periodo (120 microgrammi per metro cubo d’aria) è invece stato superato per ben 80 giornate, ben di più dei 25 giorni all’anno di sforamento del valore consentiti per legge.
Sbaglia chi afferma che questo valore sta diminuendo nel corso degli anni. Infatti nel 2010 i superamenti sono stati 52. Nel triennio 2007-2009 a Padova il valore per la protezione della salute umana è stato mediamente di 40 superamenti annui.
Perché il bollettino on linee del Comune “iPadova” continua a non parlare dello smog fotochimico che insiste sulla nostra città? Eppure, secondo il Decreto Legislativo 155/2010 che recepisce la Direttiva 2008/50/CE, per tre giorni si è superata soglia di informazione: “livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive (fonte ARPAV)”.
Ozono d’estate e Pm10 negli atri mesi ripropongono con forza, alla città ed all’Amministrazione, quello dello smog come grande problema ambientale e sanitario.
Gli interventi per diminuire il volume del traffico, fonte primaria dello smog, appaiono ancora ampiamente insufficienti. A Padova bisognerebbe diminuire di almeno di almeno un quarto i circa seicentomila spostamenti giornalieri di persone e merci su auto e furgoni.