Da oggi c’è un motivo in più che da forza alla richiesta di Legambiente di chiudere al prima linea dell’inceneritore. Infatti – spiega Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova – lo scorso 16 aprile è stato varato il decreto legislativo di recepimento della direttiva europea 98 del 2008 sui rifiuti. Tra i punti nodali vi è l’esplicitazione della differenza fra recupero di materia e recupero energetico, con il primo che ha la precedenza sul secondo. Non a caso si chiarisce che la raccolta differenziata deve trasformarsi in riciclo, parlando di obiettivi di “recupero di materia”. Entro il 2020, dunque, bisognerà riciclare il 50% dei materiali immessi al consumo per quel che riguarda carta, plastica, vetro e metalli.
Mantenere aperte tre linee con una capacità di incenerimento complessiva di 520 tonnellate –al giorno conclude Passi – collide proprio con questo obiettivo: si rischia di incenerire materiali raccolti che potrebbero avere una seconda vita. E in tempi di cambiamenti climatici conclamati, dovuti all’effetto serra, è evidente che riciclare rifiuti – che va ricordato, non sono in alcun modo nemmeno assimilabili alle energie rinnovabili – significa risparmiare emissioni di gas serra, bruciarli no.