AUDITORIUM A PIAZZALE BOSCHETTI?
SERGIO LIRONI, LEGAMBIENTE “SAREBBE UNA SCELTA URBANISTICA TRAGICA”

 

 La volontà della Giunta di localizzare il nuovo Auditorium in piazzale Boschetti contraddice  vistosamente piani e progetti precedentemente discussi ed approvati. Stiamo parlando del Piano Regolatore di Piccinato, degli studi sul territorio periurbano di Abrami ed del più recente progetto di Roberto Gambino per il recupero e la valorizzazione della rete fluviale e del verde pubblico.

Sia Piccinato che Gambino hanno chiaramente indicato nei loro piani la centralità del sistema delle acque e delle mura cinquecentesche per il recupero e la valorizzazione della storia e dell’immagine della nostra città. «L’antica città delle acque – scrive Gambino nella relazione al piano presentato nel 1996 – ha voltato le spalle ai fiumi, rimuovendo tradizioni ed abitudini secolari e lasciando a stento sopravvivere squarci romantici dei canali interni o brani spesso inaccessibili dei fiumi che la lambiscono. Eppure, nonostante le gravissime mutilazioni inferte soprattutto negli ultimi decenni, è ancora il sistema delle acque, con la quasi-continuità delle sue pur deboli fasce di vegetazione ripariale […] a costituire l’infrastruttura ecologica di base per il riequilibrio ecologico e fruitivo della città».

Sia Piccinato che Gambino individuano, ai fini della ricostruzione di un sistema integrato fiume-verde-mura urbane, la posizione strategica e quindi il ruolo essenziale della fascia di verde compresa tra le Porte Contarine ed il Roncajette, in quanto potenziale sistema connettore tra i residui spazi aperti della città densa ed il verde periurbano: un sistema in cui è essenziale il recupero ad area verde di piazzale Boschetti. Il progetto di Gambino (a cui fa peraltro riferimento anche il Contratto di Quartiere Portello recentemente approvato) arriva persino a definire puntualmente gli indirizzi per la riconversione a verde pubblico dell’area di piazzale Boschetti, salvaguardando le palazzine novecentesche e disegnando un viale ciclopedonale di sponda dotato di alberature di alto fusto, “di grande riconoscibilità visiva”, dal quale «si distaccano in modo radiocentrico filari alberati di essenze diverse», tali da configurare spazi verdi diversamente attrezzati.

Questo disegno organico di ricomposizione figurativa e funzionale di un’area vitale per la città storica viene del tutto ignorato e brutalmente contraddetto dai nuovi progetti edificatori: sia da quello approvato nel novembre 2004 di ampliamento delle cubature esistenti in piazzale Boschetti (attualmente all’esame della Regione e per il quale sarebbe pertanto ancora possibile un provvedimento di revoca), sia – a maggior ragione – da quello concernente l’Auditorium, che per le sue dimensioni (anche nel caso, di una auspicabile, ma non certa, buona qualità architettonica) sovrasterebbe le mura cinquecentesche compromettendone irrimediabilmente la visione e l’immagine.

Non secondario è infine il fatto che la ristrettezza dell’area disponibile in piazzale Boschetti (circa diecimila metri quadri, quando ne servirebbero oltre ventimila) va a detrimento della stessa funzionalità e significatività dell’Auditorium, che infatti si riduce – nella versione attuale – a due sole sale di ascolto musica, senza alcuna possibilità di ampliamenti futuri. Anche in questo caso, un progetto ben diverso da quelli presentati nel 1999,  previsti nell’area del PP1 ed inseriti nel programma del Sindaco, che prevedevano una vera e propria “cittadella della musica” .

                                                                                    Sergio Lironi – Presidente Legambiente Padova (3478902238)