Auditorium vagabondo. Parliamone

Auditorium vagabondo, cambia localizzazione per l’ennesima volta il futuro auditorium di Padova.
Evocato fin dagli anni ’80 , il nuovo auditorium padovano ha cambiato ubicazione un numero imprecisato di volte. All’inizio era Prato della Valle, poi si parlò dell’adiacente ex foro Boario, o anche all’ex macello di via Chiesanuova. Da qualche anno aveva virato stabilmente per l’area PP1 (via Diego Valeri), ma ora con un “uno due” sulla stampa del Sovraintendente Monti e del Sindaco Zanonato, sembra approdare a Piazzale Boschetti.
Legambiente è perplessa, e chiede l’apertura di un dibattito pubblico. Voler realizzare nuove volumetrie edilizie nell’area di Piazzale Boschetti, infatti, significa demolire una delle ultime possibilità di ricostruire un tessuto urbanistico di qualità a Padova. La proposta appare ancor più discutibile se si considera la dimensione dello spazio disponibile a Piazzale Boschetti: meno di 14 mila metri quadrati. Inoltre, nell’area sono già presenti due palazzine novecentesche che non possono essere demolite in quanto tutelate dalla Soprintendenza.
Dagli interessanti studi effettuati in anni passati dalla Facoltà di Architettura di Venezia, che invece ipotizzava credibilmente la realizzazione dell’Auditorium nell’area del PP1, risulta che lo stesso richiederebbe una volumetria variabile da un minimo di 105 mila metri cubi ad un massimo di circa 160mila metri cubi e che lo spazio strettamente necessario alla costruzione si aggira attorno ai 10 mila metri quadrati. Altrettanti metri quadrati si può ritenere siano necessari per le infrastrutture di servizio e per consentire l’accesso e la sosta dei frequentatori, oltre che per consentire al manufatto architettonico di “respirare” e di connettersi armonicamente all’ambiente circostante.
La localizzazione proposta, quindi, non solo reca un danno irreparabile alla vista delle mura cinquecentesche ed al sistema del verde e delle acque ad esse connesso, ma risulta penalizzare gravemente lo stesso progetto di Auditorium, che, oltre ad essere troppo prossimo ad una strada di grande scorrimento qual è via Trieste, non potrebbe avere le dimensioni idonee a svolgere le proprie attività, né avrebbe spazi limitrofi utilizzabili per eventuali futuri ampliamenti.
Perché dunque – se proprio è interdetta l’opzione PP1 – non ripensarne la localizzazione in altra area urbana? Perché non pensarlo come occasione di riqualificazione architettonica e culturale delle nostre periferie, in stretta connessione con le nuove linee di trasporto pubblico su ferro? Perché, ad esempio, non a San Carlo in sostituzione delle terribili torri del “progetto Gregotti” previste da una recente variante urbanistica?.
Ricordiamo anche che all’altro lato di via Gozzi è già prevista la costruzione di un autosilo per 700-800 posti auto fuori terra. Quanto cemento si vuole ancora a Padova?
Vogliamo capire se la Giunta vuole costruire proprio in quel sito l’auditorium e, in questo caso, perché.
Insomma Legambiente chiede l’immediata apertura di un dibattito pubblico concreto, capillare e trasparente sulle possibili localizzazione dell’Auditorium.

Lucio Passi, coordinatore Legambiente Padova