Legambiente domanda:"In piazzale Boschetti, perchè?"
Evocato fin dagli anni ’80 , il nuovo auditorium a padovano ha cambiato ubicazione un numero imprecisato di volte. All’inizio era Prato della Valle, poi si parlò dell’adiacente ex foro Borio, o anche all’ex macello di via Chiesanuova. Da qualche hanno aveva preso una rotta stabile per l’area PP1 (via Diego Valeri), ma da nell’ultimo periodo si indica come probabile Piazzale Boschetti.
Voler realizzare nuove volumetrie edilizie nell’area di Piazzale Boschetti significa demolire una delle ultime possibilità di ricostruire un tessuto urbanistico di qualità a Padova.” A sostenerlo è Sergio Lironi, Presidente di Legambiente Padova, che si unisce posizioni espresse da Italia Nostra e dagli dagli “Amissi del Piovego”, contro l’ipotesi di costruzione del nuovo auditorium nell’area di Piazzale Boschetti.
“La proposta appare ancor più discutibile – prosegue Lironi – se si considera la dimensione dello spazio disponibile a Piazzale Boschetti: meno di 14 mila mq. Inoltre nell’area già sono presenti due palazzine novecentesche, che non possono essere demolite in quanto tutelate dalla Soprintendenza.
Dagli interessanti studi effettuati in anni passati dalla Facoltà di Architettura di Venezia, che invece ipotizzava credibilmente la realizzazione dell’Auditorium nell’area del PP1, risulta che lo stesso richiederebbe una volumetria variabile da un minimo di 105 mila mc ad un massimo di circa 160mila mc e che lo spazio strettamente necessario alla costruzione si aggira attorno ai 10 mila mq, mentre altrettanti mq si può ritenere siano necessari per le infrastrutture di servizio e per consentire l’accesso e la sosta dei frequentatori (oltre che per consentire al manufatto architettonico di “respirare” e di connettersi armonicamente all’ambiente circostante).
Vogliamo capire se la Giunta vuole costruire proprio in quel sito l’auditorium, e in questo caso perché, chiede Legambiente.
La localizzazione proposta, quindi, non solo reca un danno irreparabile alla vista delle mura cinquecentesche ed al sistema del verde e delle acque ad esse connesso, ma risulta penalizzare gravemente lo stesso progetto di Auditorium, che, oltre ad essere troppo prossimo ad una strada di grande scorrimento qual è via Trieste, non potrebbe avere le dimensioni idonee a svolgere le proprie attività, né avrebbe spazi limitrofi utilizzabili per eventuali futuri ampliamenti.
Perché dunque – se proprio è interdetta l’opzione PP1 – non ripensarne la localizzazione in altra area urbana? Perché non pensarlo come occasione di riqualificazione architettonica e culturale delle nostre periferie, in stretta connessione con le nuove linee di trasporto pubblico su ferro? Perché, ad esempio, non a San Carlo in sostituzione delle terribili torri del “progetto Gregotti” previste da una recente variante urbanistica?.
Si ricordi, conclude Legambiente, che all’altro lato di via Gozzi è già prevista la costruzione di un autosilo per 700-800 posti auto fuori terra. Quanto cemento si vuole ancora a Padova?