Gentile Signor Sindaco,
recentemente Lei ha dichiarato alla stampa di voler abbattere il mezzo cilindro eretto quindici anni fa al centro del Cimitero Maggiore con gran consenso di amministratori, politici e parroci del tempo e con il quasi solitario ma fiero dissenso dell’allora lista dell’Orso.
Va bene così: se ha i soldi per farlo, butti pure giù l’opera dell’insigne architetto Zambusi e vedrà che nessuno la rimpiangerà.
Non vorremmo però trovarci fra quindici anni a dover discutere di abbattere un’opera che sta sorgendo proprio in questi giorni in Piazza Maggiore: ci riferiamo al rifacimento delle facciate e della copertura dell’ex Palazzo dei Consorzi.
Da quanto si poteva già vedere dai progetti, approvati a maggioranza dalla passata Amministrazione Mengotto, e da quanto tutti ora possono constatare, dopo l’esibizione del disegno sui teloni che coprono le impalcature, si tratta di un monumento alla superbia umana (o meglio a quella degli architetti che l’hanno ideato). L’opera che un anonimo cronista del Mattino ha avuto il coraggio di definire “molto bella” è a parer nostro una provocazione su cui nessuno può esimersi dal pronunciarsi, pena diventarne complice.
Ricordiamo che il progetto che si sta realizzando è difforme da quanto previsto dal Piano Regolatore, approvato dalla stessa Amministrazione Mengotto. Il PRG prevede infatti l’abbattimento del palazzo e il rifacimento quasi integrale dell’antico palazzetto abbattuto a metà degli anni ’50, con qualche aggiunta di volume per compensare l’impegno di spesa. Il progetto attuale invece opera una ristrutturazione dell’edificio esistente con “restyling” (com’è oggi di moda) delle facciate: ciò nonostante, non solo gli è stato ugualmente consentito il maggiore volume, che doveva servire per incentivare il ritorno della via al suo aspetto passato, ma addirittura gli è stato concesso un ulteriore aumento: una specie di premio alla speculazione.
Per quanto riguarda le scelte estetiche relative alle facciate, esse risultano una specie di patchwork, dissonante dall’insieme dell’edificato di via Matteotti. Il disegno dei tetti poi non è ancora del tutto chiaro (ad esempio nell’angolo tra via Matteotti e via Marconi) ma quanto si vede basta per immaginare un risultato stridente con lo stile delle vie e della Piazza.
Concludendo, invitiamo Lei e la sua Amministrazione (e in particolare gli Assessori all’Urbanistica e ai Lavori Pubblici) ad esprimere pubblicamente un giudizio sull’opera destinata a trasformare per chissà quanti anni il paesaggio urbano nell’area più delicata della città, proprio ora che è stata così significativamente rivalutata grazie alle nuove pavimentazioni e alla pedonalizzazione, che ha reso il centro di Este un salotto universalmente apprezzato.
Confidando in un positivo riscontro, porgiamo cordiali saluti e auguri di buon coraggio.
Caro Sindaco di Este, ferma lo scempio
Circolo Legambiente “Dai Colli all’Adige” di Este