Caro Sindaco, mi siano consentite

Caro Sindaco,

mi siano consentite alcune osservazioni nel merito del tuo intervento (clicca qui per leggerlo) trasmesso al Convegno di sabato scorso.

Un’eredità della Giunta Destro.

Va senza dubbio riconosciuto alla tua Amministrazione il merito di aver sospeso, nel giugno del 2004, la procedura di project financing avviata dalla precedente Giunta Destro per la realizzazione dell’autosilos di piazza Rabin e di aver conferito, un anno più tardi, un incarico all’architetto Sergio Crotti per verificare l’utilità del parcheggio interrato nell’ambito di uno “studio-progetto” che affrontasse tutte le problematiche del “sistema Prato della Valle”.

I risultati dello studio-progetto sono stati purtroppo alquanto deludenti, ma oggi il problema vero è che, viste le motivazioni con cui la Soprintendenza ai Beni Architettonici ha bocciato il 9 luglio scorso il progetto presentato dal Concessionario affidatario del project financing, il Piano Crotti non può di fatto essere più considerato quale scenario strategico entro cui inquadrare e giustificare gli interventi previsti. Se infatti la Soprintendenza ha giudicato non ammissibile la chiusura con vetrate delle due logge laterali del Frontone, in quanto si determinerebbe una “quinta di separazione” fra lo spazio di Prato della Valle e lo spazio funzionale del Foro, appare del tutto improbabile che la stessa Soprintendenza possa in futuro approvare le restanti previsioni del Piano Crotti, che ben più impattanti quinte e diaframmi prevede alla spalle del Frontone e all’interno dello spazio del Foro.

Da qui deriva la richiesta, avanzata da Legambiente e dalle altre associazioni promotrici del Convegno di sabato scorso, che il Comune di Padova, prendendo atto delle ragioni di fondo del parere della Soprintendenza, abbia il coraggio – come già avvenne nel 2004 – di sospendere l’iter procedurale del project financing e di riaprire il dibattito ed il confronto culturale sul futuro di tutto il sistema di Prato della Valle, coinvolgendo in tale dibattito il Consiglio Comunale (che ha avuto occasione di discuterne solo nella seduta del 22 aprile 2009), le Soprintendenze ai Beni Architettonici ed Archeologica ed in generale i cittadini ed il mondo della cultura e dell’associazionismo.

Cosa fare, nel frattempo, per combattere il degrado

Nel tuo intervento affermi che data la scarsità di risorse del Comune, se si vuole evitare il degrado, non vi è alternativa all’intervento privato. Se però si esamina il progetto definitivo presentato dal Concessionario e se si analizzano i termini della relativa Convenzione sottoscritta con il Comune, è francamente difficile comprendere quale sia l’effettivo interesse pubblico e quale contributo le opere previste possano apportare alla riqualificazione dell’area.

Il progetto prevede la conferma (o meglio la definitiva sistemazione) del parcheggio delle corriere e dei camper in piazza Rabin (4.299 mq), una squallida copertura in asfalto – interrotta dalle numerose griglie di aerazione – del parcheggio interrato (9.088 mq) ed il mantenimento del manto di asfalto anche nella “restante parte” di piazza Rabin (12.148 mq), che – leggendo la Convenzione – non si esclude possa in futuro essere ancora utilizzata come parcheggio auto, in occasione di particolari eventi o manifestazioni. Il Frontone viene sì restaurato e ristrutturato, ma tutto in funzione dell’uso commerciale che ne vorrà fare il privato (2.041 mq di superficie commerciale e 526 mq di magazzini). Al Comune verrà solo concesso l’uso gratuito per 50 giorni l’anno della sala polivalente di 220 mq al secondo piano, in date “da programmare con adeguato anticipo”.

Esistono alternative concrete a tale progetto che, anche in relazione alle limitate disponibilità del bilancio comunale, possano da subito contrastare il degrado a cui quest’area – mentre si discuteva di grandi opere e di project financing – da almeno un decennio è stata condannata?

Pensiamo di si. Un primo provvedimento dovrebbe riguardare l’eliminazione del parcheggio destinato ai pullman turistici ed ai camper, la cui sosta potrebbe essere dirottata senza molte difficoltà verso i parcheggi scambiatori esterni alla città. In quest’area – almeno temporaneamente, in attesa di un ulteriore potenziamento del trasporto pubblico – potrebbe essere spostato il parcheggio delle auto, avendo presente che gli attuali 470 posti – fatta eccezione per il sabato – risultano utilizzati solo per il 55 – 60% delle potenzialità (in larga misura da abbonati che poi utilizzano il bus-pollicino per recarsi in centro) e che il parcheggio attuale – dovendo conformarsi ai filari di alberi esistenti – spreca un’enorme quantità di spazio in rapporto al numero delle auto posteggiate. Se necessitassero altri spazi, si può immaginare di ricavarli nell’area all’angolo tra via Marghera e via 58° Fanteria, attualmente utilizzata dall’Acegas-APS. Gran parte di Piazza Rabin potrebbe così in tempi rapidi essere riconvertita in un attraente spazio a verde attrezzato per l’incontro e la sosta di cittadini e turisti.

Un secondo provvedimento dovrebbe essere quello relativo all’abbattimento delle gradinate dello Stadio Appiani (già nel programma triennale delle opere pubbliche) ed alla riapertura del canale Alicorno, con la progressiva trasformazione di via 58° Fanteria in un viale alberato di collegamento tra il Parco delle Mura e Prato della Valle.

Per quanto concerne poi il restauro del Frontone, si può forse programmare un intervento di minor impatto architettonico ed economico, che non escluda l’intervento del privato, ma con una preventiva attenta individuazione delle attività commerciali o di ristoro effettivamente utili per riqualificare e rendere più vitale lo spazio di piazza Rabin e con la riserva di un congruo spazio destinato a servizi di interesse pubblico.

Sono solo alcuni suggerimenti di opere che, senza recar pregiudizio a futuri progetti di più ampio respiro che potranno essere attuati quando se ne individueranno le possibili fonti di finanziamento, risultano realizzabili a breve e con immediato beneficio per la città.

Un cordiale saluto,

 

Sergio Lironi – Presidente onorario Legambiente Padova