Al 31 ottobre, il 2020 si conferma come uno degli anni più inquinati dell’ultimo lustro (vedi tabella). “41 giorni di superamento del limite di legge del Pm10 si sono verificati entro il 9 marzo prima dell’inizio del lockdown e altri 6 prima del suo ulteriore inasprimento di fine marzo. Sostanzialmente schivando così il lockdown” – dichiara Lucio Passi, responsabile politiche antismog di Legambiente. “Gli sforamenti sono ripresi il 10 ottobre totalizzando altri 8 giorni e arrivando a 55 il 31 scorso. Alla stessa data nel 2019 ne sono stati registrati 50, 41 nel 2018, 67 nel 2017, 39 nel 2016. Anche andando ancora indietro troviamo numeri più bassi: 44 nel 2015, 38 nel 2014, 41 nel 2013.”
“Per battere lo smog – continua Passi – e per garantire modalità di mobilità che permettano di proteggersi dal Covid, una delle soluzioni principali è il potenziamento della ciclabilità e del microelettrico. Recentemente il Ministero dei Trasporti ha concesso a Padova 750 mila euro per potenziare la ciclabilità, quindi, a maggior ragione, Legambiente rilancia le proposte in materia che da tempo avanza e che l’Amministrazione può realizzare entro fine mandato.
* Introdurre il doppio senso di marcia per biciclette e micro elettrico nelle vie del centro storico (finalmente permesso dal Decreto semplificazioni), la cosiddetta ciclabilità diffusa. Va cioè riconosciuta la vocazione ciclopedonale del centro storico.
* Realizzare le prime delle venti linee della Bicipolitana, progettata dalla Rete di associazioni “A Ruota Libera” di cui Legambiente fa parte e assunta tra i progetti dell’amministrazione: si tratta di assi ciclabili forti che attraversano la città nelle varie direzioni, già ora di grande percorrenza da parte dei ciclisti, messi in totale sicurezza.
* Sviluppare ulteriormente il noleggio di bici e monopattini elettrici (bene la sperimentazione dei primi 1000 annunciata dall’Assessore Ragona)”
“Ma nessuno dimentichi- conclude Passi – che da anni l’inquinamento atmosferico “grida” la necessità di potenziare il Tpl –Trasporto pubblico locale e oggi il Covid lo richiede più che mai. Servono corse più frequenti per rendere più sicuri i mezzi pubblici, diminuendone l’affollamento. Per anni Stato e Regioni hanno diminuito i trasferimenti finanziari al Tpl, e la Regione Veneto è stata tra quelle che più drasticamente ha tagliato i fondi. I Comuni e le Aziende, quindi gli utenti, non possono essere lasciati soli”.