Dai quartieri buone pratiche di urbanistica

L’arch. Franco Fabris, capo servizio del Settore Pianificazione Urbanistica, ha illustrato ad Agenda 21 le tavole di sintesi di quanto presentato dai laboratori partecipativi di quartiere per la costruzione, a livello locale, del Piano di Assetto del Territorio (PAT). I tematismi presi in considerazione dai quartieri, con riferimento al territorio delle singole circoscrizioni, riguardano i sistemi ambientale, infrastrutturale, insediativo e delle centralità. I laboratori di quartiere hanno fornito una notevole quantità di indicazioni, che sono state ritenute molto utili dall’ufficio urbanistica. Le uniche lacune riguardano il quartiere n. 6 Ovest (Brentella Valsugana), che non ha presentato nessun documento, ed il quartiere n. 1 Centro, che non ha approvato il documento finale del ta volo di lavoro, ancorché il laboratorio di quartiere avesse presentato un corposo fascicolo di proposte.

Il fatto che cinque quartieri su sei abbiano presentato dei documenti molto validi (il lavoro del quartiere 4 ha addirittura ricevuto, in questi giorni, il premio "Urbanistica e partecipazione territoriale Luigi Piccinato" da parte della Regione Veneto) dimostra che i cittadini desiderano essere coinvolti nei processi decisionali che riguardano la trasformazione del loro territorio e che sono in grado di fornire un ottimo contributo di idee e di proposte. Per contro, la mancata risposta di un quartiere e la mancata approvazione, da parte di un altro, del documento prodotto dal laboratorio partecipativo, evidenzia un difetto nella metodologia di attuazione della partecipazione. Nel caso in discussione la costruzione del processo partecipativo è stata delegata ai singoli quartieri, mentre una apposita commissione doveva curare il coordinamento ed il monitoraggio dei lavori. Que st’ultima attività, probabilmente, non è stata svolta al meglio per quanto riguarda i quartieri n. 1 Centro e n. 6 Ovest.

Un altro aspetto che va sottolineato riguarda alcune disomogeneità che si rilevano osservando a scala urbana le indicazioni dei singoli quartieri. Ad esempio manca la continuità di alcuni percorsi ecologici, così come non risultano omogenee le soluzioni prospettate per le centralità periferiche.

A ciò ha contribuito il fatto che non si sia voluto delineare, come quadro di riferimento, un modello (o più modelli alternativi) della Padova del futuro, prima di avviare il processo partecipativo a livello locale, ma si sia preferito ragionare solo in termini di saturazione del tessuto urbano della città esistente.

Al nuovo assessore alla partecipazione Francesco Bicciato va chiesto, a questo punto, di farsi carico della valorizzazione di quanto prodotto nei laboratori partecipativi dei quartieri, affinché vengano rispettate le richieste dei cittadini, rendendole possibilmente congruenti a scala urbana. A tal fine si ritiene necessario che i lavori dei quartieri e le tavole di sintesi realizzate dal settore urbanistica siano opportunamente divulgati e che venga realizzata una concertazione tecnico politica, che veda coinvolti gli attori della partecipazione, con lo scopo di arrivare ad una scelta finale condivisa e, possibilmente, omogenea dell’assetto futuro del territorio.