Dal Molin, una battaglia da continuare

Pubblichiamo uno stralcio della lettera di autosospensione inviata da un nutrito gruppo di DS alla segretaria provinciale Daniela Sbrollini e uno stralcio della lettera scritta ai collaboratori circoscrizionali da Andrea Tapparo, Consigliere di Circoscrizione 6 di Vicenza.

Cara compagna,
martedì 16 gennaio 2006 il primo ministro Romano Prodi ha informato l’ambasciatore statunitense in Italia, e tutto il nostro Paese, che il governo di centro-sinistra ha dato il via libera alla richiesta americana di raddoppiare la base militare a Vicenza utilizzando una vasta area dell’aereoporto Dal Molin per riunificare la 173a brigata. Il giorno successivo Prodi aggiunge:”la decisione è definitiva”. Anche se sono enormi le responsabilità del Sindaco e della sua Giunta che hanno mentito per mesi al consiglio comunale a tutta la città un progetto così invasivo per il suo futuro, per noi la scelta presa dal governo Prodi è inaccettabile.
Due sono i motivi più importanti:
1)l’impatto devastante sulla città: sai come noi che l’attuazione del progetto presentato dagli americani crea una seconda città militare nel cuore di Vicenza, di fatto militarizzandola , con conseguenze ambientali e urbanistiche gravissime. La città si è ribellata con molteplici iniziative culminate nella enorme manifestazione di popolo (almeno quindicimila persone) del 2 dicembre scorso. Non si è trattato di manifestazioni antiamericane, né esclusivamente di sinistra, ma nel senso più ampio della voce di un popolo dai più diversi orientamenti politici e di svariata estrazione sociale.
2)il grave segnale di scarsa autonomia nelle politiche internazionali. Non è in discussione l’alleanza con gli Stati Uniti. Va invece superato il rapporto di sudditanza dell’Italia, che Berlusconi aveva consolidato. Con il ritiro delle nostre truppe dall’Iraq avevamo dimostrato di avere dignità nazionale. Ora, con questa decisione, torniamo ad un ruolo subalterno, appannando oltretutto la scelta sull’Irak primo vero segno di discontinuità del governo di centro-sinistra rispetto al precedente. Siamo in un periodo particolarmente segnato da un governo statunitense che usa la guerra come strumento di politica internazionale: gli effetti disastrosi sono sotto gli occhi di tutti. Ebbene, proprio in questa fase in cui questa politica mostra le sue drammatiche conseguenze, il nostro governo fornisce obbediente una nuova, grande sede militare da cui partiranno nuove spedizioni di dolore e di morte….

seguono 67 firme
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Cari amici e cari compagni,
la decisione comunicata ieri da Prodi di non opporsi al progetto americano di una nuova base USA al Dal Molin è in totale disaccordo con gli impegni assunti dalla coalizione in campagna elettorale (Programma dell’Unione) e con le risposte e garanzie fornite da Premier e Ministri alle molteplici interrogazioni parlamentari succedutesi in questi mesi:
…. Non va tuttavia sottaciuto che la disponibilità espressa dal precedente Governo ha certamente alimentato aspettative nella controparte statunitense sulla possibilità di riunificare la 173a Airborne Brigade in Vicenza (Prodi, luglio 06, Camera dei Deputati).
…. a tutt’oggi con la controparte USA non sono stati sottoscritti impegni di alcun genere. La disponibilità di massima manifestata dal precedente Governo non si è tradotta, infatti, in alcun accordo sottoscritto. (Parisi, settembre 06, Camera dei Deputati)
…. presa coscienza della preoccupazione emersa in sede locale, il Governo intende riconsiderare con gli Stati Uniti il progetto nel suo complesso, riaprendo nei tempi più brevi possibili un confronto al riguardo, sulla base di un approfondimento delle problematiche relative all’impatto ambientale dell’insediamento e all’eventuale saturazione urbanistica, nonché ai possibili livelli di inquinamento e ai probabili disagi di viabilità nella località vicentina. Tutto questo ovviamente coinvolgendo le amministrazioni locali. (Prodi, luglio 06, Camera dei Deputati)
Devo pertanto riscontrare, con profondo dolore, la mia sconfitta in una battaglia politica ed amministrativa che ha visto fortemente impegnati non solo i rappresentanti istuzionali del mio partito, dalla nostra parlamentare ai consiglieri di circoscrizione, ma soprattutto la grande maggioranza della popolazione vicentina.
Non si tratta infatti solo di regalare il nostro territorio ai militari USA con qualche minimo vantaggio per i pochi noti; qui si trattava di attuare, anche sul territorio italiano (non solo in Libano) una nuova politica internazionale, multilaterale con al centro l’ONU e l’Unione Europea. A Vicenza si è persa non solo una battaglia locale ma soprattutto la grande occasione di opporsi alle guerre preventive o umanitarie. Pace, innovazione e sviluppo sostenibile dovrebbero a mio avviso sempre essere preventivi alle guerre e all’affarismo che da sempre deprime la nostra qualità della vita. Con la scelta di Bucarest, un governo che si dice riformista diviene invece "da riformatorio"….

Andrea Tapparo, Consigliere di Circoscrizione 6 Vicenza