Democrazia ed energie rinnovabili

In periodo di cambiamenti climatici determinati da un bieco utilizzo delle risorse energetiche, vale la pena interrogarsi sul rapporto fra democrazia ed energie rinnovabili. La necessità che ha il potere di accedere alle risorse è uno dei motori principali della storia e se nel tempo in Occidente l’importanza dell’approvvigionamento di risorse alimentari è diminuita, è cresciuto in maniera esponeneziale il fabbisogno di risorse energetiche.
La questione energetica irrompe con prepotenza sulla scena mondiale nel 1973, quando la guerra del Kippur fra Paesi arabi e Israele determinò il blocco petrolifero imposto dai paesi produttori. Da allora è apparso sempre più evidente come la corsa al petrolio e quindi all’autonomia energetica sia portatrice di instabilità, tensioni internazionali e, purtroppo, guerre. Molto infatti è stato scritto sulle guerre del petrolio, tanto che la questione energetica sembra essere vista come la questione principale per giungere alla pace globale da gran parte dell’opinione pubblica mondiale.
La questione quindi influisce anche a livello locale sulle nostre vite. E’ sempre più chiaro che il petrolio non potrà essere la nostra principale fonte energetica ancora a lungo e le energie rinnovabili sembrano essere l’unica soluzione reale, non solo per quanto riguarda l’aspetto ambientale, ma anche per mantenere vivi i valori di pace e democrazia della nostra civiltà.
Non solo a livello globale, come del resto è ben noto, ma anche dal punto di vista locale. L’elevato rischio che porta con sé la costruzione di centrali elettriche ci costringe a doverle difendere con l’esercito stesso, sviluppando una militarizzazione del territorio perenne.
Per uscire da questo che sembra essere un circolo vizioso appare un’unica via d’uscita rappresentata dalle energie rinnovabili. L’acqua, il sole, le biomasse, sono di tutti e il loro utilizzo andrebbe visto come un vantaggio per tutti i cittadini, per tutte le persone. Certo, ci sono delle resistenze. Possiamo immaginare che far andare una macchina ad olio di colza danneggerebbe gli interessi di qualche multinazionale del petrolio. Ma a guadagnarci sarebbe la società. Ogni paese, ogni città sono padroni del proprio vento, della propria luce solare e non servirebbe nessun esercito per difenderle. Ognuno potrebbe avere la propria energia pulita senza tensioni a causa dell’autonomia energetica. Un guadagno per tutti: concreto, garantito ed onesto. Un sistema che in nome dell’equità diminuirebbe tensioni a livello globale e locale, restituendo a tutti dignità ed indipendenza, nel rispetto dell’ambiente e del pianeta.

Andrea Ragona