Le polveri sottili (PM10) si sono attestate, al 31.12.2014, a 56 superamenti del limite giornaliero (50 μg/m3) da non superarsi per legge più di 35 giorni in un anno. Anche per il 2014 questo inquinante nell’aria che respiriamo è quindi fuorilegge. “Certo- dichiara Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova – i superamenti sono stati inferiori a quelli dello scorso anno, grazie alla grande piovosità del 2014, ma l’elemento essenziale è che non siamo ancora scesi sotto la soglia di legge.
Vanno poi sommati- spiega Passi – ai giorni di superamento delle micropolveri, quelli dell’ozono: almeno 34 superamenti del limite (sull’ozono non è possibile essere precisissimi perché il sito ARPAV non fornisce lo storico, nonostante personalmente l’abbia chiesto ai dirigenti). Si tratta del limite per la protezione della salute umana, fissato a 120μg/m3 da non superarsi più di 25 giorni all’anno. Quindi risultano almeno 90 i giorni del 2014 abbiamo respirato aria avvelenata. Permane un quadro allarmante che vede l’aria padovana fuorilegge anche per altri inquinanti:PM2.5, Biossido di azoto, Benzo(a)pirene, che producono pesanti danni alla salute dei cittadini (bimbi, anziani e fasce deboli in primis). Per saperne di più si veda la newsleter http://ecopolis.legambientepadova.it/ . Dal 1 gennaio 2015 il Pm10 è stato fuorilegge 7 giorni su sette, con picchi fino a 102 microgrammi.
Ma la novità è che per la prima volta si possono calcolare anche i danni economici per la comunità. Secondo l’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) l’inquinamento dell’aria e i gas serra prodotti in Italia fra 2008 e 2012, da tutte le fonti, sono costati alla società 26 miliardi di euro. Un conteggio cautelativo che include morti premature (a Padova da 40 a 60), costi per la sanità, giorni lavorativi persi, problemi di salute, riduzione dei raccolti agricoli.
Basandosi su questa cifra, significa che la comunità padovana ha perso circa 92 milioni di euro nello stesso periodo. “Francamente sono sbalordito – continua Passi – quando, l’8 dicembre scorso ha diramato le prime cifre sottostimate: mi ero sbagliato grandemente per difetto, credo che io stesso non volessi credere all’entità del danno! Ma da così a peggio. L’AEA produce anche una cifra massima: 61 miliardi di euro, per cui i milioni persi a Padova potrebbero arrivare a circa 200. Certo sono cifre che riguardano tutte le fonti di smog, che andranno studiate meglio e perfezionate, ma questo dovrebbe bastare al Comune e agli altri Enti locali e Nazionali per mettere in moto un serio meccanismi di controllo e prevenzione.
Alla luce di questo “avvelenamento invisibile” non si comprende perché l’Amministrazione Bitonci stia smantellando piste ciclabili e corsie preferenziali di autobus, e abbia rinunciato alla seconda linea del Tram lasciando ancor più la briglia sciolta al traffico automobilistico.
Serve potenziare il trasporto collettivo costruendo reti di trasporto metropolitano e regionali integrate, mettendo a regime i servizi ferroviari suburbani nell’area centrale veneta. Va potenziato il servizio urbano di autobus (soprattutto rendendolo più frequente) aumentando radicalmente le corsie preferenziali, che farebbero guadagnare velocità commerciale: secondo APS 2 km/h in più valgono almeno 1 milione di riduzione dei costi.
Va aperto un serio dibattito con la comunità locale sulla possibilità di istituire un’ampia area di limitazione della mobilità privata. Infine, si continui con la politica di sviluppo di piste e percorsi ciclabili, si renda la zona della ZTL, i cui orari non devo essere ridotti un’area a ciclabilità diffusa (doppio senso per i ciclisti anche nei sensi unici, grazie ad un’opportuna segnaletica).