Giovani e città

Caro Direttore,

Le scrivo per entrare nel merito della discussione sollevata da Stefano Allievi sulle pagine del suo giornale, ovvero se Padova sia o meno una città a misura di giovane. Potrebbe essere strano che un esponente di un’associazione ambientalista entri in questo dibattito, ma mi sento di farlo per tre motivi.

Il primo è che, come Legambiente, consideriamo la partecipazione dei cittadini alle questioni politiche come un valore di per sè. Da questo punto l’intervento di Allievi ha perfettamente colto nel segno: incontriamoci, chiede il sociologo, discuttiamo. Ecco, penso che il confronto fra posizioni diverse possa solo far crescere la nostra città, sia che si parli di giovani, che di ambiente, che di cultura. Ho molto aprezzato, per questo motivo, gli interventi dei consiglieri comunali del PD Cusumano e Guiotto che fanno proposte e cercano un dialago. Gli altri interventi degli esponenti del PD mi sembrano invece volti a bloccare sul nascere la discussione, asserendo che in fondo va bene così, nonostante i problemi siano sotto gli occhi di tutti.

Il secondo problema è più connesso al tema dell’ambiente. Il ritrovo di migliaia di persone, siano esse anche le più educate, porta con sé la produzione di un consistente numero di rifiuti. Figuriamoci se si tratta di persone che vogliono far serata. Per molte volte, come Legambiente abbiamo portato delle isole ecologiche autocostruite in Piazze delle Erbe invitando i ragazzi a fare la raccolta differenziata. La risposta è stata positiva e i rifiuti sono diminuiti. Ma certo il problema può solo essere posto da un’associazione di volontariato, ma è solo l’amministrazione pubblica che può risolverlo in maniera strutturale. Come ad esempio il problema dei bagni: dire che orinare per strada non sia una cosa bella è fin troppo scontato, ma continuare a dirlo senza cercare soluzioni è una risposta ideologica perchè si individuano i responsabili del problema senza in realtà voler cercare la soluzione. Vi è poi il problema del trasporto pubblico notturno. Mi rendo benissimo conto che la situazione per il TPL è oggi drammatica, ma non è possibile pensare che l’amministrazione pubblica non si sia mai posta il problema di pensare a un trasporto pubblico notturno in una città dove abitano decine di migliaia di giovani senza auto. Senza dimenticare i problemi di sicurezza stradale. Su questo anche l’Università dovrebbe muoversi cercando di trovare un accordo con Aps.

Terzo e ultimo punto: mi sento di entrare nel dibattito perchè, vista la mia età di 29 anni, faccio anch’io parte di quei giovani che si lamentano perchè pensano di avere poche possibilità. E il rammarico è doppio, perchè questo non avviene in una piccola cittadina di periferia. Avviene a Padova, dove il materiale umano, la creatività giovanile è talmente tanto da far invidia a mezza Europa. E la mia non è una protesta sterile. Ho organizzato diverse volte eventi serali: proprio per questo conosco la situazione e non riesco a farmi una ragione del perchè una questione che dovrebbe essere relativa alle politiche giovanili e sociali, tranne uno sforzo dell’Assessore Verlato, sia sempre stata affrontata come un problema di sicurezza, ed esclusivamente con politiche di limitazione degli orari dei bar.

Andrea Ragona, Presidente Legambiente Padova