Gra e camionabile. No grazie

Non c’è nulla di più bipartisan, in questo Paese, che costruire strade. La giunta regionale ha approvato la realizzazione del Grande raccordo anulare (GRA) di Padova e il giubilo accomuna Regione e Provincia, retti dal centro-destra, e il Comune di Padova governato dal centro-sinistra (con l’eccezione della sinistra che alcuni definiscono “radicale”).
La Regione ha voluto strafare ed ha unito in un solo pacchetto il GRA e la Camionabile della zona industriale da Padova a Marghera, il collegamento con il Passante di Mestre e quello in previsione della futura Romea commerciale. E i costi levitano dai 329 milioni di inizialmente previsti a un totale di 529 milioni. Una cifra che se investita, invece, in trasporto pubblico urbano ed extraurbano rivoluzionerebbe la mobilità.
Alla follia del GRA si aggiunge quella della camionabile che dovrebbe utilizzare il tracciato dell’idrovia incompiuta Padova-Venezia sancendo la trasformazione definitiva del progetto dell’idrovia perché la camionabile userebbe proprio gli argini già pronti di questa struttura mai completata, cosa che, evitando l’interporto, porterebbe a Padova est un flusso di camion e di auto non ancora quantificabile.
Non è chiaro poi che fine fanno le ipotesi di utilizzare l’idrovia come “valvola” di sicurezza idrogeologica per alleggerire la pressione di sempre più probabili eventi alluvionali.
Per i circoli di Legambiente di Padova e Limena valgono ancora le medesime critiche avanzate all’affacciarsi del progetto: il GRA stringerà la città e i comuni vicini in una pericolosa morsa inquinante e aprirà la strada ad una progressiva “colonizzazione” dei territori rurali residui. Ma quel che più preoccupa è che velocizzando i flussi di traffico ed ampliando le possibilità di spostamento, s’innescherà l’effetto contrario incrementando sensibilmente gli stessi flussi e portando in pochi anni alla la necessità di fare altre nuove strade. Dieci anni fa il Sindaco Zanonato usava gli stessi argomenti per giustificare la costruzione dell’anello delle tangenziali di Padova e ora siamo a riparlare di un secondo anello più esterno.
Con l’aggravante che allora il Sindaco prometteva, una volta realizzate le prime tangenziali, di bloccare il traffico di attraversamento della città dirottandolo su quelle. Cosa che puntualmente non si è verificata.
Anche la posizione espressa a suo tempo dalla CGIL non è cambiata. Per l’organizzazione sindacale l’impostazione dell’assetto viario: “si basa sull’accettazione dell’immodificabilità della situazione a tutto svantaggio del trasporto pubblico collettivo su rotaia. Con la crescita del 4% all’anno di merci da trasportare senza un concreto incremento del trasporto su rotaia, le strade non basteranno né ora né mai! La CGIL ritiene invece possibile privilegiare e potenziare il trasporto pubblico realizzando in alternativa sia per le persone sia per le merci un sistema integrato almeno regionale che sposti quote sensibili su sistemi a guida vincolata (treno, tram, metrobus, ecc…). In questo quadro è vergognosa l’assenza di qualsiasi finanziamento per la Padova – Chioggia, e il grave disservizio quotidiano sulla rete locale esistente”.

l.p.