Sono felice di poter prendere spunto dalla recentissima presa di posizione dei Consiglieri regionali della Sinistra Arcobaleno e di Progetto Nordest relativa alla richiesta di completamento dell’Idrovia Padova-Venezia, anche ma non solo per motivi di salvaguardia idraulica. L’iniziativa di questi consiglieri ha infatti riaperto la ferita di questa grande incompiuta.
Sottolineo innanzitutto il carattere di trasversalità che acquista ora la volontà di ultimare l’Idrovia: i cinque esponenti regionali appartengono a due schieramenti collocati all’opposto ciascuno rispetto all’altro. Finalmente ci si sta accorgendo che l’acqua non ha colore, soprattutto colore politico, e non guarda ai partiti e agli interessi di partito quando deve far danni.
Dal punto di vista economico i fondi necessari al completamento dell’infrastruttura, sono stati determinati pari a 140 milioni di euro da un apposito studio effettuato dai tecnici di questa associazione. Mi risultano reperibili attraverso tre strumenti: i fondi europei del Programma di azione europeo integrato Naiades per il trasporto sulle vie navigabili interne, che possono giungere sino al 50% del costo di progettazione e fino al 30% del costo di realizzazione; i fondi previsti dalla legge 380 del 1990 “Interventi per la realizzazione del Sistema idroviario Padano – Veneto”; i fondi reperibili dalla vendita dei materiali di escavo coi quali liquidare, per compensazione, tali lavori di escavo. A questi strumenti possono essere eventualmente aggiunti i fondi reperibili attraverso un’appropriata operazione di project financing.
Dal punto di vista istituzionale preciso che la concomitanza delle due rivendicazioni espresse da PNE e Sinistra Arcobaleno non può essere casuale, in quanto avviene alla vigilia dell’assegnazione dell’appalto per la costruzione della strada Camionabile Padova-Venezia, destinata a correre di fianco all’Idrovia. E la preoccupazione che la costruzione della Camionabile possa compromettere la realizzazione dell’Idrovia è diffusa.
Ricordo quindi la posizione dell’associazione che rappresento relativamente a questa questione di compatibilità fra Camionabile e Idrovia: siamo d’accordo con la costruzione della Camionabile solo nel caso in cui questa non comprometta la realizzazione dell’Idrovia in classe Vb, che è quella necessaria alla completa scolmatura di piene alluvionali quali la piena del 1966 e adatta al passaggio di navette fluviomarittime. Ritengo anzi che la Camionabile rappresenti un’occasione per l’Idrovia, dal momento che il rilevato della Camionabile dovrà essere realizzato utilizzando il materiale proveniente dallo scavo lungo il tracciato dell’Idrovia stessa, e non materiale più costoso solo perché prelevato da cave lontane. Questa modalità di fornitura dovrà effettuarsi quanto meno in rispetto della legge 241/1990 sull’attività amministrativa che impone il criterio di economic ità. Il costo di tale materiale risulta infatti pari a circa 5 euro al metro cubo se prelevato in loco, e a circa 10 euro se fatto giungere da lontano.
Dev’essere chiaro da subito che tale materiale dovrà essere prelevato scavando uniformemente e con continuità lungo l’asse idroviario, non scavando dove vi possa essere una “convenienza”, quindi a macchia di leopardo creando cioè non un canale, ma delle grandi voragini lungo l’asse stesso.
Il risultato sarebbe gravissimo in termini ambientali. Comporterebbe inoltre un incremento degli oneri di realizzazione dell’Idrovia, dal momento che questa verrebbe realizzata su un terreno a morfologia variabile, e la nostra stima Gizip di 140 milioni di euro per il completamento dell’Idrovia è tale solo per un scavo su terreno a morfologia uniforme. Infine non risolverebbe per nulla il problema della salvaguardia idraulica.
Roberto Rovoletto – Presidente GIZIP