Inciampare localmente

Il 10 gennaio 2007 la Commissione Europea si è impegnata a contenere gli effetti disastrosi dei gas serra, responsabili delle alterazioni climatiche che sono sotto gli occhi di tutti, tagliando le emissioni del 20% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Inoltre, la finanziaria 2007 si è rivelata molto positiva in questo senso, avendo incrementato le detrazioni fiscali per incentivare le fonti rinnovabili ed il risparmio energetico. L’aria che si respira, insomma, dopo il secondo anniversario della ratifica del protocollo di Kyoto, pare molto incoraggiante. Un recente sondaggio, condotto dall’osservatorio Scienza e Società Observa, segnala come il problema connesso con l’energia e con i cambiamenti climatici abbia un focus d’attenzione molto più consistente che in passato e sottolinea la crescente disponibilità degli italiani ad investire nelle rinnovabili. Alla base di tutto questo vi è una consapevolezza pubblica del problema energetico e delle questioni ambientali, eco nomiche e sociali coinvolte. La settimana amica del clima, per quel che riguarda la nostra città, è stata teatro di una partecipazione massiccia e impegnata di associazioni, istituzioni, esercizi commerciali e di moltissimi cittadini.
Se, quindi, in generale aumentano consapevolezza e disponibilità nell’affrontare il problema, localmente mi preme segnalare due scivoloni che vanno nella direzione opposta agli obiettivi di Kyoto.
Il primo, a livello nazionale, è la deludente bocciatura del primo parco off shore progettato in Molise: si tratta di una centrale eolica di 162 megawatt, a tre chilometri dalla costa. L’impianto, che dal punto di vista paesagistico avrebbe avuto un impatto ridottissimo, è stato bloccato dal governo regionale, che adesso dovrà vedersela con quello nazionale e con le valutazioni della Via, la commissione nazionale di valutazione di impatto ambientale. Ma il progetto, che fornirebbe energia elettrica pulita a 120 mila famiglie, non è coperto dai colossi dell’energia, bensì da una piccola società milanese il cui intento era quello di finanziare la realizzazione attraverso capitali privati. La debolezza della questione sta senz’altro e soprattutto in questo.
Il secondo scivolone è dato da un piccolo caso di intralcio burocratico a Padova. Qualche settimana fa, allo Sportello Energia di Legambiente e del CdQ5, si presenta un signore che racconta come ha ristrutturato la sua casa, sita all’interno della cinta muraria, in centro storico, ma non vincolata dalla Sovrintendenza. Un iter complicato ma ambizioso, lodevole, ecologicamente perfetto: caldaia a biomassa, pannelli solari, riscalmento a pavimento, riutilizzo dell’acqua piovana…dove sta il problema? La falda, orientata a sud, perfetta per l’installazione dei pannelli solari termici, dà sulla strada: non si vede, ma è aggettante sulla pubblica via, da cui si accede all’abitazione. I pannelli, a questo punto, secondo il regolamento edilizio approvato l’anno scorso, non possono superare il 10% della superficie della falda stessa. E i conti non tornano: per essere integrati con il riscaldamento della casa , a bassa temperatura, i pannelli devono avere una superficie superiore.
L’interessato si rivolge al Comune, cerca di parlare con l’Assessore, ne discute con il funzionario preposto e il caposettore all’edilizia privata e ne esce, diciamo così, con un pugno di mosche e anche un po’ maltrattato, per aver cercato di forzare la situazione verso l’applicazione dei pannelli; vale a dire nel senso in cui vanno tutte le più recenti direttive nazionali ed internazionali… Ma si sa: tra il dire e il fare…c’è di mezzo la burocrazia.
Litigate, dubbi e il cantiere che avanza, e con esso il conto spese. Dopo un mese, nessuna via d’uscita e la mesta decisione di non installare i pannelli solari. Troppe difficoltà, troppi veti. Troppa miopia, forse, e mancanza assoluta di elasticità nell’applicare le norme. La sua casetta degli anni cinquanta, demolita e completamente rifatta, è limitata e “tutelata” come il Palazzo della Ragione o il Battistero. In fondo..una bella soddisfazione, no?

Elisa Zongaro, Legambiente Padova