La Regione Veneto ha approvato la cosiddetta variante “Mariaboni”, fusione dei nomi dei due assessori all’urbanistica, Mariani e Riccoboni che nell’arco di tre amministrazioni, centrosinistra, poi centrodestra e infine ancora centrosinistra, sono riusciti a scodellare una delle peggiori varianti al Piano Regolatore degli ultimi decenni. Per intenderci: ricordate le proteste di questi giorni del Comitato Iris che teme la costruzione di 120/130 appartamenti su uno degli ultimi cunei verdi rimasti, impedendo, di fatto, l’espansione del parco Iris? Bene, è proprio quella variante che permette queste nuove edificazioni. In attesa di analizzare il documento rinviato dalla Regione contenente anche alcune richieste di modifica al Comune di Padova, Ecopolis riassume la storia di quella contestatissima variante.
Gli antefatti
L’iter inizia nel Novembre 2001, con l’adozione da parte del Consiglio Comunale di Padova della “Variante Parziale al Piano Regolatore Generale” denominata “per la ridefinizione del sistema dei servizi e delle norme, n. 103”. La variante presentata da Tommaso Riccoboni Assessore all’Urbanistica della Giunta Destro (Amministrazione di Centro Destra -1999 -2004) non nasce dal nulla ma utilizza l’impianto elaborato da Pierluigi Mariani, Assessore Urbanistica, nonché vice Sindaco, nella precedente della Giunta Zanonato (centro sinistra – 1995-1999).
Due milioni e mezzo di metri cubi di cemento
Contro questa Variante, che consentiva una nuova edificabilità, nelle aree già destinate a uso agricolo o a verde pubblico, di oltre 2.600.000 mc, che si sommano alla capacità insediativa residua del Prg vigente stimata in circa 1.400.000 mc, nel corso del 2003, Legambiente e WWF avevano raccolto 8 mila firme, La distruzione dei cunei verdi
Altra contestazione fondamentale da parte delle associazioni ambientaliste era che gran parte delle nuove urbanizzazioni previste dalla Variante si collocano in quei residui “cunei verdi”, che ancor oggi potrebbero consentire la formazione di un organico sistema del verde urbano.
Le promesse di Zanonato
Nel mese marzo del 2004 i dirigenti di importanti associazioni padovane (Acli, Arci, Legambiente, Agesci, Banca Etica, CSI, Legambiente, Lega Coop, Ethimos…) presentarono 28 punti che furono accettati dal candidato Sindaco Flavio Zanonato. Il secondo dei 28 punti recitava esplicitamente “Revoca della Variante Riccoboni al PRG di Padova e “moratoria edilizia” in attesa della predisposizione ed approvazione di un nuovo PRG.”
Il programma elettorale
Il programma di elettorale di Zanonato lasciava credere che la variante sarebbe stata bloccata ed è senz’altro esplicito su questo punto. Infatti, nella parte riguardante l’urbanistica, si legge: "si dovrà procedere preliminarmente alla revoca delle varianti adottate nel corso della passata legislatura o, qualora ciò fosse impossibile, all’eventuale adozione di una variante di salvaguardia finalizzata alla tutela delle aree ancora inedificate”. Perciò Legambiente, nel mese di giugno 2004, chiese ufficialmente e pubblicamente al Sindaco, alla nuova Giunta, al Consiglio Comunale il ritiro della variante Riccoboni, prima che la Regione la approvasse rendendola definitiva.
La versione edulcorata della Variante
Il 24 ottobre 2004 su proposta dell’Assessore Mariani, nonostante mesi di discussione pubblica, il centro Sinistra al governo della città approva una nuova versione della Variante che riduce la cubatura totale approvata dai due milioni 500 metri cubi metri approvati dalla precedente maggioranza di centro destra a due milioni. Una riduzione del tutto insufficiente rispetto alle promesse del Sindaco Zanonato in campagna elettorale.
L’ultima beffa
Inoltre in sede di approvazione definitiva, il 25 luglio 2005, sempre su proposta dell’assessore Mariani a maggioranza il Consiglio Comunale concesse altri 130 mila metri cubi di edificabilità portandola due milioni e centomila. Una soluzione che da una parte compromette l’unitarietà dei sette cunei verdi rimasti e dall’altra ne permetterà l’edificazione. Insomma verde a spezzatino e tanto cemento in più quando Padova non ha realmente bisogno di nessuna espansione edilizia. Basta e avanza quella residua del Prg.
Per saperne di più scarica qui il documento "variante Story" (670k, pdf)