Sabato 27 novembre si è verificata l’ennesima aggressione contro una compagna, Giuliana Beltrame, consigliere comunale indipendente del PRC a Padova, instancabile attivista dei movimenti e delle lotte che hanno attraversato la nostra città in questi anni contro la guerra, il razzismo e il neoliberismo.
Su richiesta di un consigliere di AN, sabato sera la sala Paladin di Palazzo Moroni doveva ospitare un incontro sulla strage di Bologna con la partecipazione del noto squadrista di Forza Nuova, Paolo Caratossidis, e di un imputato neofascista del processo per la strage, che doveva tentare di accreditare l’estraneità dei neofascisti dalle stragi che hanno insanguinato il nostro paese. Un’iniziativa decisamente inopportuna, che sarebbe stato meglio evitare.
Tuttavia è bene ricordare che le sale vengono concesse di diritto, senza alcuna discussione nè in consiglio nè in giunta, se a richiederle è appunto un consigliere di una forza rappresentata nel consiglio comunale, come nel caso di AN. E’ a questa forza politica che va quindi addebitata per intero la responsabilità di aver aperto uno spazio pubblico alle peggiori espressioni del neofascismo locale. In ogni caso gli altri consiglieri comunali in genere non hanno alcun potere in materia di spazi. Non vengono nè informati nè possono autorizzare o impedire l’assegnazione delle sale.
I Verdi e le realtà di area disobbediente cittadine avevano convocato ieri sera un presidio antifascista sotto Palazzo Moroni per denunciare il fatto. Come sempre più spesso succede, il bersaglio di queste iniziative finisce per essere non chi è effettivamente responsabile dei fatti, ma chi, come Giuliana e il nostro partito in genere, è considerato evidentemente un competitore politico.
Tanto più quindi si è politicamente vicini alle idee e alle iniziative dei movimenti, tanto più si è considerati pericolosi avversari da combattere con ogni mezzo nel nome di un autoproclamato monopolio politico che, oltre ad essere inesistente, continua a rappresentare un grave ostacolo allo sviluppo di un movimento largo, radicato e plurale.
Così sabato sera il gruppo che animava il presidio (circa 50 persone), di cui facevano parte esponenti del Pedro, di Razzismo stop, di Ya Basta e, cosa secondo noi gravissima, esponenti istituzionali dei Verdi, ha dapprima aggredito verbalmente Giuliana che, ignara dell’iniziativa, si stava recando in comune per altre faccende. In breve gli insulti, già di per sè inaccettabili nei confronti di una donna che lottava contro ogni fascismo quando alcuni di questi personaggi erano ancora nella culla, si sono trasformati in spintoni e in minacce. “Ti prenderemo a calci in culo con gli scarponi chiodati” è una delle frasi che le sono state rivolte, forse ignorando che gli scarponi chiodati erano elementi della divisa di quei fascisti che si volevano contestare.
Abbiamo cercato di evitare di aprire polemiche pubbliche sulla stampa per questi fatti, perchè il fango di cui si copre chi se ne rende responsabile non possa in alcun modo schizzare su tutta quella parte di persone e realtà, largamente maggioritari, che animano la nostra città di iniziative sui temi di movimento.
Questi penosi spettacoli rischiano sempre di delegittimare la sinistra nel suo complesso. Tuttavia è giusto che chi è parte del movimento sia a conoscenza di questi fatti, peraltro non nuovi nè infrequenti, perchè impedirli, secondo noi attraverso la condanna e l’isolamento politico, è sempre più indispensabile per rimuovere uno degli ostacoli più perniciosi al dispiegarsi dei movimenti in questa città.
Ci auguriamo che alla nostra solidarietà ed affetto nei confronti di Giuliana si aggiunga quella di chi in questi anni ha avuto la fortuna di conoscerla e condividerne l’impegno nella costruzione di un mondo migliore.
Rifondazione Comunista Padova