Lasciateci vivere

L’attacco nei confronti delle nostre libertà che viene portato avanti da qualche tempo ribadisce – una volta di più – come attraverso il controllo sulle donne passi ogni esercizio di potere autoritario.
Si parla di 194 e diritto ad una procreazione consapevole, ma il vero nodo è l’aggettivo “consapevole”: il tentativo in atto è quello di imporre regole di comportamento e quindi di controllo sulla nostra vita. L’abbiamo visto in questi anni. Ogni volta che si parla di autodeterminazione si tocca un nervo scoperto e siamo costrette sulla difensiva. Difficile proporre percorsi nuovi quando dobbiamo usare la nostra energia per difendere i diritti acquisiti e combattere contro il restringimento dei nostri spazi anziché per l’allargamento della sfera dei diritti.
Sul corpo delle donne si combattono battaglie importanti (soprattutto per i maschi), si consumano “scontri di civiltà” come ci ricorda il progetto di legge regionale che vuole aprire i consultori e gli ospedali ai volontari del movimento per la vita e la scelta del Consiglio comunale di Chioggia di assegnare un contributo di 30mila euro per questi movimenti di aiuto alla vita e di votare la moratorio sull’aborto proposta da Ferrara. Una mossa geniale, perché intende catturare i voti degli strenui difensori dei sacri principi e consegnarli a Berlusconi anziché alla destra estrema. Alla faccia dei diritti di nascituri, madri, padri e parentele varie, non sembra che ci sia una così grande differenza culturale rispetto ad alcune pessime degenerazioni di altre “civiltà”.
Siamo stufe di dover difendere la vita solo quando questa è legata alla sessualità. Vogliamo ottenere la vita e poter utilizzare strumenti adeguati per crescerla. Vogliamo salari pari a quelli degli uomini, asili nido, trasporti, case, scuole, consultori. Insomma, lasciateci vivere.

Donatella Gasperi