Padova oltre al “Caffè senza porte”, al “Santo senza nome” e al “Prato senza erba” ha anche il “Monumento ignoto".
Si tratta di quanto sopravvive del sistema fortificato comunale degli inizi del Duecento, una testimonianza negletta, quasi completamente fagocitata dall’edilizia privata i cui interventi distruttivi, autorizzati fino ai non lontani anni sessanta, sono ancora visibili soprattutto nel tratto a Nord Ovest.
Di questo complesso sistema difensivo caratterizzato dalla presenza di 11 porte con torri e ponti levatoi, di 5 porte con torri più piccole e del Castello, sono noti a tutti soltanto le sopravissute Porta Molino, Porta Altinate e il complesso del Castello. La cittadinanza non riesce però a contestualizzare questi manufatti in quanto è il disegno complessivo del sistema difensivo che è scomparso dalla memoria collettiva.
Neppure la bella mostra “Le mura ritrovate” e la relativa pubblicazione a cura del Comitato Mura e del Centro Ricerche Socio Religiose del 1987 è riuscita a scalfire la colpevole indifferenza delle Amministrazioni e di conseguenza degli Uffici Tecnici, e neppure è riuscita ad diffondere presso la cittadinanza, la consapevolezza del valore del documento storico.
Che se ne sia persa la coscienza come monumento è testimoniato anche dal fatto che non solo c’è incertezza se i lacerti sopravissuti delle mura siano o meno vincolati ai sensi del Codice Urbani (ex legge 1089/39), ma soprattutto dal fatto che di quanto sopravissuto del sistema fortificato medievale non risulta traccia negli elaborati dell’attuale Piano Regolatore, in particolare nelle tavole del Centro Storico, e neppure se ne fa cenno nel recentissimo Regolamento Edilizio lasciandolo così privo di qualsiasi disciplina di tutela.
Fa specie pensare che quando è stato eseguito il restauro di Porta Molino non si è provveduto contestualmente ad intervenire sulla adiacente cortina muraria che già allora versava in un forte degrado.
Dopo aver perso la battaglia contro la demolizione delle mura adiacenti a Porta Altinate nel 1965, le più recenti “grida” di allarme e le invocazioni di intervento di Italia Nostra ormai risalgono agli anni Novanta. Ma nulla di concreto è stato fatto dalle vaire Amministrazioni, se non posizionare delle transenne a tutela della pubblica incolumità dalla caduta di masegne e mattoni a causa dello sbriciolamento del paramento murario.
Nella crescente preoccupazione per una colpevole inattività dell’Amministrazione e per lo stato di pericoloso degrado in cui versa in particolare il tratto di via Tolomei, nel 2004 Italia Nostra, con spirito di collaborazione, si offrì di sponsorizzare la progettazione del restauro di quel tratto di mura in modo che si potesse rapidamente procedere per arrestarne il degrado. L’Assessore all’Edilizia Monumentale con molta cortesia declinò l’offerta assicurando tuttavia il proprio interessamento. Nulla fu messo in cantiere e la situazione continuò a peggiorare fino a giungere alla ultime recenti battute.
A seguito dell’ennesima segnalazione di pericolo per la pubblica incolumità gli Uffici Tecnici attivano interventi di manutenzione ordinaria sulla base però di un protocollo generico di interventi stilato per le mura del Cinquecento e approvato dalla Soprintendenza il 18.7.2005.
Facciamo presente la nostra grave preoccupazione per il fatto che, sull’onda dell’emergenza (non dimentichiamo che dura da almeno un decennio), si intervenga con estrema leggerezza autorizzando operazioni per una non meglio definita manutenzione ordinaria su un manufatto del tredicesimo secolo, utilizzando maestranze che non hanno alcuna esperienza specifica e in assenza di un progetto complessivo e qualificato di restauro che non si limiti a considerare i soli paramenti che prospettano sulla pubblica via, ma che coinvolgano la completezza del manufatto.
Esperite le necessarie ricerche d’archivio, attivate tutte quelle azioni necessarie per superare l’annosa diatriba della proprietà delle mura, a nostro avviso è compito dell’Amministrazione valorizzare la presenza di questo monumento “ignoto” commissionando a specialisti una sistematica ricognizione dell’esistente, completo dell’analisi dello stato di fatto, sulla falsariga di quanto già stato effettuato per le mura del Cinquecento a cura del Consiglio di Quartiere negli anni ’80.
Sulla base di un puntuale e rigoroso rilievo delle stato da fatto dovrà essere approntato un progetto unitario di restauro e formulata la Normativa di tutela per evitare che Padova continui ancora a cancellare le proprie memorie storiche
Le mura del Duecento, il “monumento ignoto” della cittÃ
Maria Letizia Panajotti, presidente Italia Nostra Padova