Parlare della questione del Parco delle mura a Padova e dell’opportunità o meno di istituire un’Opera delle mura sull’esempio di Lucca, significa inoltrarsi in una tematica molto complessa e ampia che sconfina dall’ambito strettamente storico-culturale e comprende la visione dell’intera città.
Bisogna chiedersi che tipo di città vogliamo come padovani e in base alla risposta, decidere gli strumenti che meglio possono aiutarci a raggiungere la visione futura della città.
Vogliamo una città diversa da quella attuale? Vogliamo cercare di diminuire il traffico privato? Vogliamo aumentare gli spazi verdi e realizzare quello che resta dell’idea di anello verde di Piccinato? Vogliamo riappropriarci dell’identità che le mura danno alla nostra città?
Sono queste le domande su cui è opportuno confrontarci e prendere delle decisioni, e se si vuole andare verso questa direzione per il futuro di Padova l’istituzione dell’Opra delle mura per la crezione del Parco può essere un mezzo valido per ridurre i tempi e gli sforzi.
“Basta osservare una pianta della città per accorgerci delle straordinarie potenzialità di trasformazione urbana che una tale politica coerentemente perseguita potrebbe generare” dice Sergio Lironi, presidente Legambiente Padova (*). Padova da città storicamente tra le più dotate di verde intramurario, come evidenzia Gabriele Righetto (*) (architetto e urbanista), si è trasformata in città il cui centro storico sembra caratterizzato da una configurazione impoverita di elementi arborei negli spazi pubblici e con mura assediate dal traffico veicolare.
La creazione del Parco delle mura porterebbe proprio a migliorare lo scenario, realizzando un sistema organico del verde, attraverso corridoi ecologici, percorsi ciclo pedonali e il recupero del sistema delle acque, promuovendo la interconnessione tra mura, fiumi e verde urbano.
Il parco delle mura potrebbe diventare un sistema unitario che non separi il centro storico dalle periferie storiche ma anzi diventi un potenziale luogo di incontro e di svago, ricco di elementi qualificanti come spazi verdi e monumenti di riferimento di cui la periferia storica è normalmente carente.
Crediamo che scegliere di costituire l’Opera significhi intraprendere la strada più corta, questo perché, come afferma l’Assessore Ivo Rossi: “La frammentazione con cui abbiamo convissuto in questi anni, non aiuta i cultori del patrimonio artistico e dell’ambiente, non aiuta noi amministratori a dare indirizzi precisi e non aiuta i nostri collaboratori”(*).
Se è vero che la divisione di competenza tra settori beni monumentale, verde e cultura è di ostacolo, é necessario provare ad unificare le competenze in un unico organo come quello dell’Opera.
La creazione di un soggetto predisposto a valorizzare il sistema delle mura sembra più funzionale per raggiungere l’obiettivo, predisporre un ente che non debba fare i conti con l’alternarsi delle questioni che entrano in agenda e che modificano le priorità ma al contrario concentrato su di un unico oggetto, seppur molto ampio, sembra molto più adeguata ad affrontare la sfida del Parco delle mura. Anche Lorenzo Ranzato (*) (settore verde, parchi giardini e arredo urbano, Comune di Padova) sostiene che: “Una corretta impostazione di un progetto integrato per il Parco delle mura richiede una nuova strategia che dovrà promuovere un reale coordinameno fra piani, progetti, politiche di promozione, attività comunicative” ma soprattutto dovrà occuparsi dell’aspetto finanziario, individuando con chiarezza gli obbiettivi, le diverse priorità e trovando i modi per finanziarli.
Le mura sono un monumento unitario collettivo, eredità della città storica ,significative quanto il Santo, la cappella degli Scrovegni ed altri monumenti simbolo. Lasciarle relegate nell’abbandono e negare la leggibilità dell’insieme conferma la pratica di dividere i monumenti in classi a e b.
Come gruppo Salvalarte di Legambiente crediamo che tutti i monumenti delle nostre città siano importanti e significativi testimoni del nostro passato, soprattutto le mura ci permettono di mantenere il significato urbano unitario, pertanto chiediamo che si faccia di più per valorizzare il patrimonio artistico e che venga istituita l’Opera delle mura per meglio procedere in questa direzione. Pensiamo sia importante rendere il più possibile vicine le persone alla città in cui abitano e per fare questo sia necessario ricostruire il legame dei padovani con l’identità della loro città, costituita anche dalla cinta muraria.
* La fonte di tutti i riferimenti sono gli atti dell’incontro di studio del 25 marzo 2006 “Le mura di Padova come le mura di Lucca”.