Mobilitazione Nazionale contro il Carbone. ADRIA (Rovigo), 29 OTTOBRE 2011
Interviste dal corteo sul Fatto quotidiano, scarica qui (tra gli altri Sergio Lironi);
Foto dal corteo dal sito di Repubblica, vedi qui (tra le altre foto di Legambiente Veneto e Legambiente Padova).
Dopo la vittoriosa battaglia contro il nucleare, oggi siamo impegnati a costruire un fronte comune e trasversale con altre organizzazioni per contrastare l’uso del carbone, il più climalterante tra i combustibili fossili. Una fonte che continua ad essere centrale nelle politiche energetiche del nostro Governo che, di fatto, si pone in alternativa al modello energetico che vogliamo. L’alleanza che stiamo costruendo si pone l’obiettivo di contrastare i nuovi imponenti progetti e di far abbandonare l’uso del carbone nelle 13 centrali già attive.
La prossima centrale che dovrebbe essere trasformata a carbone è Porto Tolle, nel Delta del Po: un colosso energetico costruito nel 1980 e ormai a fine vita che ENEL intende convertire a carbone.
Per perpetrare questo scempio, il cui iter va avanti da molti anni ed è stato contrastato in primis da Legambiente, assieme a tutte le altre associazioni ambientaliste, Regione e Governo non hanno risparmiato nulla, infilando varie regalìe in leggi finanziarie, modificando la legge istitutiva del parco e svilendo nella sostanza ogni strumento istituzionale di garanzia con vere e proprie leggi ad aziendam.
IL 29 OTTOBRE LEGAMBIENTE, ASSIEME AD UN NUTRITO NUMERO DI SIGLE CHE GIA’ ANIMAVANO IL COMITATO NAZIONALE “FERMIAMO IL NUCLEARE”, HA INDETTO LA PRIMA GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE CONTRO IL CARBONE, CHE AVRA’ AD ADRIA IL SUO EVENTO CLOU. E’ IL MOMENTO DI AGIRE.
Per chi parte da Padova appuntamento alle ore 12,00 alla Guizza, parcheggio del tram, per condividere auto / passaggi. Per info e ADESIONI scrivete a circolo@legambientepadova.it
Vogliamo sensibilizzare sui danni che la riconversione a carbone della centrale di Porto Tolle provocherebbe – spiega Davide Sabbadin, responsabile regionale energia di Legambiente. La riconversione della centrale pregiudicherebbe definitivamente un ambiente naturale tra i più belli al mondo, il delta del Po, e inquinerebbe l’aria con i suoi fiumi -per quanto filtrati- decine di chilometri verso nord e nordovest, impattando sull’agricoltura, l’unica voce economica importante di quella zona (leggi qui le ragioni del NO di Legambiente).