Lettera aperta sulla Partecipazione

Alcune associazioni (Associazione per la pace, Beati i Costruttori di Pace, Donne in Nero, Comitato Scuola e Costituzione, Coordinamento genitori democratici, Movimento Internazionale della Riconciliazione) prima delle elezioni presentarono un programma di interventi riguardo alla cultura della pace ai candidati e alla città. Quelli che sono ora gli attuali amministratori manifestarono disponibilità e volontà di impegnarsi su questo tema.
Dopo le elezioni la Giunta comunale indicò nella partecipazione dei cittadini un suo principio guida. Incoraggiati da questa indicazione, in numerose occasioni abbiamo richiesto ai rappresentanti della Giunta che le associazioni e gli altri soggetti cittadini attivi nel campo della cultura di pace potessero stabilmente e effettivamente contribuire alla elaborazione, realizzazione e valutazione di un organico programma comunale di interventi per la promozione di una cultura di pace su base annuale o pluriennale.
In tali occasioni abbiamo sottolineato come condizione fondamentale per ottenere tale programma organico fosse l’approvazione di un nuovo regolamento comunale. Questo regolamento dovrebbe individuare precisi meccanismi e modalità operative, con scadenze temporali prefissate nell’arco dell’anno, per garantire un continuo e proficuo rapporto di collaborazione fra gli organi dell’Amministrazione comunale (Sindaco, Giunta con Assessore di riferimento, Ufficio pace, ecc.) e la società civile cittadina stabilmente rappresentata (Consulta o Comitato).
A questo proposito va ricordato che un apposito sondaggio promosso fra le associazioni padovane dall’Assessorato alla Partecipazione ha inequivocailmente appurato come la maggioranza delle associazioni preferisce la costituzioni di stabili strutture di rappresentanza per sviluppare un rapporto di collaborazione con l’Amministrazione comunale.
Tuttavia dobbiamo rilevare il fatto che ad oggi l’Amministrazione comunale ha totalmente ignorato questo tipo di proposte.
Non vale rammentare l’organizzazione di una serie di forum dato che in questi le associazioni non hanno alcun peso: le date di convocazione e i temi sono decisi dai rappresentanti istituzionali, ma, ciò che più conta, è che questi forum non prevedono alcun momento decisionale né con il contributo delle associazioni né in generale.
Non dà da pensare il fatto che a due anni dall’instaurazione della Giunta manchi qualsiasi traccia di di un programma organico di interventi sulla cultura di pace?
A parte qualche lodevole eccezione, assistiamo infatti al finanziamento da parte dell’Amministrazione Comunale di iniziative proposte o realizzate da singoli soggetti che appaiono slegate le une dalle altre.
Invece la definizione di un programma condiviso di interventi fornirebbe delle chiare priorità d’azione sia in merito ai contenuti che alle tipologie d’intervento permettendo, con un vaglio congiunto tra Amministrazione e società civile, di stabilire in maniera chiara quali proposte vadano sostenute e quali no.
Attualmente è solo l’amministrazione che decide unilateralmente e con criteri non noti quali interventi finanziare.
In definitiva la questione è la seguente: all’Amministrazione comunale interessa realizzare un’azione di programmazione non effimera ma efficace per la promozione di una cultura di pace?
E per fare questo è disponibile ad associare veramente in quest’impegno la società civile cittadina come peraltro avviene in molte amministrazioni comunali e regionali? Detto in altri termini (e utilizzando un concetto più volte espresso dall’Assessore alla Partecipazione e alla Pace secondo il quale collaborare significa legarsi le mani): l’Amministrazione su questo tema vuole legarsi le mani o vuole mantenerle libere?

Giampaolo Frison, per il Movimento Internazionale della Riconciliazione sede di Padova