Di Mose in questi anni si è molto parlato: dei suoi impatti sulla laguna, su un ecosistema in equilibrio da secoli, delle spese faraoniche per realizzarlo, delle alternative al problema dell’acqua alta.
Dei vari aspetti negativi del Mose nel documentario della LIPU su Cà Roman – oasi istituita dal 1989 e in gestione dall’associazione ambiantalista sulla piccola isola di fronte a Chioggia e collegata coi murazzi a Pellestrina – ne viene affrontato uno solo, che forse per alcuni sarà marginale: quanto terreno, quanti ettari protetti si stanno distruggendo con la costruzione della conca di navigazione e rifugio nella bocca di porto di Chioggia. Se prima l’isola aveva una forma di rombo aperta verso il mare, già oggi, a cantiere iniziato, un intero lato non esiste più (vedi foto progetto Mose nella bocca di porto di Chioggia). Le parole del Presidente della LIPU sono velate di tristezza “ci sembra di essere qui a preservare un patrimonio che altri, più grandi di noi, stanno di strugendo, in base ad altre logiche ed interessi”. Questo particolare ecosistema resisterà ai nuovi impatti?