Niente torri a S.Carlo, parola di Immobiliare

Per prima cosa bisogna sgombrare il campo da equivoci. A San Carlo non è riproponibile in nessuna forma il progetto dell’immobiliare Valli, le famigerate Torri, battute dalla consultazione dell’anno scorso. L’Amministrazione Comunale aveva accettato il risultato ed ora deve continuare a comportarsi conseguentemente nonostante la sentenza del Tribunale amministrativo regionale che ha dato ragione al ricorso della Valli.
Ciò detto, rimane il fatto – Legambiente l’ha sempre sostenuto- che il cuore dell’Arcella ha bisogno di essere riqualificato, pur senza toccare il verde disponibile. Anche le indicazioni che emergono dal tavolo partecipativo del quartiere sul PAT (Piano di assetto territoriale) concordano sulla necessità di riqualificare il centro dell’Arcella, mettendo al centro della progettazione i servizi pubblici.
A questo punto va tenuto presente un fatto nuovo, il geometra Favaro, che dell’immobiliare Valli è presidente, e che Legambiente ha recentemente incontrato, ha fatto delle affermazioni interessanti di cui è bene tenere conto.
In primo luogo ha detto che il progetto non è intoccabile e che può essere modificato, ed in tal senso è disponibile al confronto con i vincitori del referendum. In secondo luogo ha affermato che intende tener conto delle indicazioni che verranno dalla discussione sul PAT a livello di quartiere.
Dal PAT sono emerse due indicazioni: una proposta di minimo impatto è quella di localizzare il centro civico all’interno dell’edificio ex-Totip e di attrezzare a piazza ed a verde tutto il resto. Emerge però anche un’altra ipotesi, più ambiziosa, che ci affascina maggiormente, è quella che prevede un progetto unitario sull’intera area rappresentata dai tre stralci del progetto Valli, che realizzi un luogo di centralità urbana di alta qualità. Le linee guida di questo progetto si riassumono nella realizzazione di un sistema di piazze erbose e lastricate, giardini pensili e spazi acquei che facciano da cornice al municipio dell’Arcella, monumento identitario del quartiere. La nuova centralità dovrà porsi come luogo di socializzazione ed aggregazione dei residenti, prevedendo all’interno del municipio, oltre agli uffici amministrativi, anche tutte quelle funzioni (ludoteca, mediateca, spazi teatrali e musicali ecc.) che risulteranno dalle richieste dei cittadini.
In questo contesto dovrà essere eliminato il traffico di attraversamento lungo via Tiziano Aspetti, consentendo il passaggio al solo metrobus, al fine di ricucire con un’isola ciclopedonale l’intero ambito d’intervento. Tutte le volumetrie esistenti non dovranno costituire un vincolo progettuale, ma potranno essere demolite e ricostruite in coerenza con l’aspetto scenografico che dovrà caratterizzare il nuovo luogo. Particolare attenzione dovrà essere posta alla viabilità, individuando un percorso di circuitazione sufficientemente distante dalla nuova centralità, al fine di evitare di strozzarla in una morsa inquinante.
È chiaro che in questa ipotesi non si può eludere il coinvolgimento dei privati, con i quali partecipare i costi dell’intervento. Andrà quindi ammessa una ragionevole volumetria dove prevedere, assieme alla residenza, anche spazi commerciali e servizi di pubblico interesse (sportello bancario, ufficio postale, edicola, bar, ristorante ecc.), che siano in grado di integrare le funzioni pubbliche e ricreative collocate all’interno del palazzo municipale. Tale volumetria dovrà essere la minima indispensabile per garantire una equa remunerazione degli investitori privati e dovrà essere distribuita razionalmente sull’intero ambito d’intervento, in modo da costituire una cornice, non invasiva, degli spazi ed impianti pubblici che devono costituire il vero fulcro della centralità del quartiere.
Si tratta di uno scenario ambizioso, degno di una municipalità di 40.000 abitanti. Va da sé che questo scenario per prima cosa deve essere completamente condiviso dagli abitanti di San. Carlo Arcella per poter diventare, una volta recepito dall’Amministrazione la base di un nuovo dialogo, fra pubblico e privati, che porti ad un nuovo accordo.

Lorenzo Cabrelle