Nuova scuola biocompatibile. Se si vuole si può

Il quartiere Sud-Est 4 lancia una sfida di sostenibilità e il Comune la raccoglie. Questa la sintesi del lungo lavoro che ha portato ad approvare a fine marzo 2008 il progetto esecutivo della nuova scuola materna “Madonna di Lourdes”. Grazie alla sinergia di intenti e di investimenti tra l’Assessorato all’Edilizia Scolastica ed il Quartiere 4 Sud-Est, sarà il primo edificio pubblico padovano classificato “classe A +” secondo il Protocollo Casa Clima della Provincia di Bolzano: la scuola sarà costruita sulla base di criteri di biocompatibilità e di ecosostenibilità.

Di fronte alla necessità di sostituire l’attuale scuola materna con un’altra, che sorgerà in via Buzzaccarini, Devis Casetta, coordinatore della commissione Urbanistica, ci spiega che il Consiglio di Quartiere 4 ha colto l’occasione per chiedere all’Assessore Claudio Piron che il nuovo edificio non si limitasse ad essere a norma, ma fosse altamente innovativo, diventando nella concretezza una casa che parla ai bambini e alle famiglie di come si può fare risparmio energetico, di come si possano ridurre gli sprechi, di quali sono i materiali meno impattanti ed in definitiva di come tutto questo significa anche maggiore benessere per chi quella casa la frequenterà. Impostato in questo modo il progetto è diventato per il Settore Edilizia Scolastica una occasione prima di formazione sulle esperienze Italiane di bioarchitettura e poi di sfida nella progettazione.

Il progetto prevede:

  • L’utilizzo prevalente di materiali naturali che abbiano subito ridotti processi di lavorazione;
  • l’efficienza e l’autonomia energetiche attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili;
  • l’utilizzo dei principi della Bioclimatica, (uso dell’illuminazione naturale, massime condizioni di traspirabilità e dispersione dell’umidità, migliore comfort e maggiore controllo degli effetti di disturbo).

Le scelte tecnico-progettuali adottate nella progettazione della scuola materna sono state:

  • fondazioni e vespaio areato;
  • struttura portante in mattoni di legno massello, con all’esterno un cappotto di materiali naturali;
  • camini d’aria e di luce naturale;
  • copertura in legno lamellare, con rivestimento in rame nella parte centrale più alta ed un “tetto verde” di tipo estensivo nelle parti piane laterali ricoperto dal “Sedum”;
  • pavimenti in linoleum naturale e colla eco-biologica, tinteggiature di tipo ecologico;
  • serramenti esterni in alluminio “a taglio termico”; i vetri, di sicurezza e basso-emissivi su ambo i lati, avranno una camera interna riempita con gas nobile “argon”;
  • impianto di riscaldamento di tipo radiante a pavimento alimentato con pompe di calore, abbinate a sonde verticali geotermiche, che permettono di riscaldare o refrigerare gli ambienti grazie allo scambio di calore con il terreno; l’energia elettrica necessaria al funzionamento delle pompe di calore deriva da pannelli fotovoltaici architettonicamente integrati nel fabbricato stesso; per la produzione dell’acqua calda sanitaria sono previsti pannelli solari termici.

 

La scuola si alimenterà quindi con sole fonti rinnovabili a 0 emissione di CO2. I maggiori costi sono ammortizzabili in circa quattro-cinque anni per quanto riguarda le sonde geotermiche ed in otto-nove anni per quanto riguarda l’impianto a pannelli fotovoltaici.

Questa scelta del Comune di realizzare un edificio sostenibile, accogliendo l’invito del Quartiere 4, va apprezzata. Non vorremmo però che si trattasse di un fatto isolato. Il Comune dovrebbe porsi l’obiettivo di realizzare in “classe A+” tutti gli edifici pubblici. Dovrebbe inoltre recepire all’interno del regolamento edilizio il protocollo casa clima, al fine di prescrivere l’uso della bioedilizia e delle fonti rinnovabili di energia anche per gli interventi privati. Sarebbe sufficiente che tale prescrizione fosse posta per gli interventi subordinati all’approvazione di un piano attuativo per il quale, come è noto, è necessaria la convenzione con il Comune. Con ciò si imporrebbero criteri di sostenibilità ambientale agli oltre due milioni di metri cubi che caleranno su Padova nel prossimo futuro, ottenendo un risparmio energetico e di emissioni che ognuno può facilmente immaginare.

Sintesi a cura di Legambiente