Osservatorio ambientale sull’inceneritore? Bocciato

I lavori dell’Osservatorio, che sono stati presentati in maniera sostanzialmente serena e proficua sul bollettino di AgegasAps, rispetto ai "lavori di miglioramento della prima e seconda linea" , non soddisfano invece affatto le associazioni ambientaliste padovane.

Ad un anno di distanza dall’avvio dell’osservatorio, l’unico risultato raggiunto, dopo numerosi annunci e rinvii incomprensibili, è stata l’apertura di una pagina Web con i dati delle emissioni dall’inceneritore; pagina ad oggi ancora in fase di test. È evidente come i lavori dell’osservatorio siano stagnanti rispetto agli indirizzi formulati già parecchi mesi fa. AcegasAps giustifica la sua inerzia in merito a trasparenza di informazione circa la provenienza dei rifiuti e ricadute complessive in termini di massa di inquinanti emessi, trincerandosi dietro la pretesa di non essere la sola attività industriale a dover rendere pubblico il proprio impatto ambientale. Certo l’inceneritore non è l’unica attività ad avere un pesante impatto sulla qualità dell’aria: fonderia di Camin, traffico veicolare privato e cementifici in provincia contribuiscono pesantemente alla qualità dell’aria. La questione portata avanti dalle Associazioni ambientaliste è però di natura culturale; finché non ci sarà piena trasparenza e coscienza sull’effettivo impatto dell’incenerimento dei rifiuti, non maturerà nella gente la disponibilità a cambiare stili di vita per produrre meno rifiuti e riciclare di più.

In occasione dell’ultima convocazione, l’Assessore all’ambiente provinciale Fecchio ha espresso chiaramente l’impossibilità di conferire tutto il rifiuto residuo della provincia all’inceneritore di Padova per una mera questione di economica; troppo onerosa infatti la tariffa dell’inceneritore rispetto a quella di alcune discariche della provincia. Ad oggi AcegasAps brucia i rifiuti di Padova città e della cintura metropolitana, per quantitativi insufficienti a soddisfare la fame dell’inceneritore. Per questo motivo l’Azienda si rivolge al mercato dei rifiuti speciali per coprire il 40% del suo fabbisogno.

A fronte della dimostrata eccessiva potenzialità dell’inceneritore che ha raggiunto ormai quasi 600 tonnellate/giorno, con le ultime modifiche alle vecchie linee, l’impegno a chiudere la prima linea è rimasta una promessa elettorale disattesa, di cui non si trova traccia nell’impegno politico dell’attuale Amministrazione Comunale ne nelle strategie dell’azienda. E intanto la diffusione della raccolta porta a porta sul territorio comunale procede lentamente, nonostante i risultati rassicuranti del 70% di Raccolta differenziata di Camin.

Alle Associazioni ambientaliste e Comitati non resta che perseverare nello stimolare l’Amministrazione verso scenari alternativi. Dopo 50 anni passati a bruciare rifiuti e considerata l’attuale crisi economica, si passi ad un approccio da green economy, dove i rifiuti potrebbero diventare materie prime “seconde” per l’industria invece di essere sprecati bruciandoli.

Devis Casetta – Delegato ass. ambientaliste per l’Osservatorio sull’Inceneritore