Paraquat, l’erbicida più contestato al mondo

Prodotto dalla multinazionale svizzera Syngenta (tra i più grandi produttori al mondo di pesticidi) il paraquat è considerato, oggi, l’erbicida più tossico in circolazione. Bandito dai paesi Ue e dalla stessa Confederazione elvetica è tuttavia usato su larga scala nei paesi in via di sviluppo. Decine di migliaia di lavoratori impiegati nelle piantagioni e agricoltori di tutto il mondo (dal Vietnam al Costarica, dalla Nigeria alle Filippine) si ammalano ogni anno a causa del paraquat: dalle lesioni cutanee più leggere, tipo dermatiti e bruciature, si passa a più gravi lesioni agli occhi e ai polmoni, sino a casi, tutt’altro che rari, di intossicazione cronica che conduce al decesso.
La percentuale di rischio, inoltre, è accentuata dal fatto che spesso gli addetti all’agricoltura utilizzano il venefico pesticida privi d’ogni informazione circa i rischi a cui vanno incontro, esponendosi agli spruzzi e alle vaporizzazioni del prodotto senza alcuna protezione. Alcune inchieste nei paesi in via di sviluppo hanno mostrato quali siano le modalità consuete con cui il paraquat viene utilizzato: in Vietnam, l’85% degli addetti alle piantagioni che usano il paraquat non portano i guanti, l’89% non ha né scarpe né stivali e il 56% utilizza vaporizzatori inefficienti che sgocciolano.
La Syngenta commercializzando deliberatamente in questi paesi il paraquat si rende complice di innumerevoli casi di avvelenamento ed intossicazione. La Deutsche Bank ha stimato che, per l’anno 2002, la multinazionale grazie all’erbicida ha ottenuto un giro d’affari di circa 430 milioni di dollari, pari a circa il 7% degli affari totali, attestando così l’erbicida come il prodotto di punta dell’azienda.
Per avere maggiori informazioni sugli effetti dell’erbicida killer e sulla stessa multinazionale senza scrupoli, e soprattutto per dare il proprio sostegno alla campagna contro il paraquat, affinché sia definitivamente condannato e bandito dal mercato dei prodotti chimici da utilizzare nel settore agricolo, si veda il sito www.stop.paraquat.net .

Paolo Antoniazzi