PM10 IN CALO A PADOVA, LEGAMBIENTE: BUONA LA PERFORMANCE DELLE LE TARGHE ALTERNE MA SERVE UN ASSETTO INNOVATIVO DELLA MOBILITà

 

Il valore del Pm10, in occasione della prima giornate a targhe alterne  è diminuito. Giovedì era a 86 microgrammi per metro cubo d’aria, ieri è sceso a 53 (contro il limite di legge di 50 microgrammi + 5, per il 2004) . E’ ancora presto per dire quanto abbia influito quel meno 20 % di auto che non hanno circolato grazie alla targhe alterne, ma certo il risultato è in linea con quato già sperimentato in altre Regioni. Il beneficio della limitazione delle emissioni di Pm10 si percepisce non il giorno stesso, ma nei giorni successivi. La situazione metereologica resta determinante: infatti il dato giornaliero del pm10 è prevalentemente determinato dalle condizioni metereologiche. In presenza di inversione termica e calma di vento le micorpolveri restano sospese anche per molti giorni, le frazioni ultra fini addirittura per settimane Ciò vuol dire che spesso ci respiriamo oggi quello che è stato emssso alcuni giorni fa. Ma il calo del Pm10 registrato oggi dall’Arpav è comunque un buon segnoè un buon segno.

 

Ma guardando al futuro, ora il problema, che almeno il 20% dei padovani toccano con mano è: come evitare le targhe alterne di qui all’eternità? A chiederselo preoccupato è Lucio Passi, della Segreteria di Legambiente veneto. “Proprio ieri la Consulta per la Mobilità Sostenibile e Trasporti ANCI ha esaminato la proposta di Testo Unificato in materia di Trasporto Pubblico Locale presentato dalla Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. E il giudizio è assolutamente negativo.” La Consulta ha ritenuto opportuno ribadire, senza ambiguità, la necessità di dar corso al processo di riforma del Trasporto Pubblico Locale così come previsto dal d.lgs 422/97. Soprattutto la Consulta ha espresso grande preoccupazione per l’assenza nella prossima Legge Finanziaria di risorse adeguate a sostenere iniziative nel settore della mobilità sostenibile ed in modo particolare proprio nel Trasporto Pubblico Locale all’interno delle aree urbane.
“La gravità dell’attuale situazione”continua Passi “è rappresentata dalla carenza di risorse all’incedere della nuova normativa ambientale che, com’è noto, obbliga i Sindaci a adottare provvedimenti restrittivi della mobilità in caso di superamento per oltre 35 giorni l’anno dei valori limite degli agenti inquinati, soprattutto del PM10 (polveri sottili) particolarmente nocivo per la salute umana”. Limite che a Padova e nel Veneto è superato di tre – quattro volte in un anno. E’ quindi vivissima la preoccupazione per il mancato finanziamento dei Piani per la Mobilità sostenibile e per il conflitto, tuttora aperto, relativo al rinnovo del contratto degli autoferrotranviari unitamente al pericolo che i costi siano scaricati sui Comuni”. Mentre le targhe alterne, adottate a Padova e in altre città del veneto, hanno fatto prendere consapevolezza del problema a decine di migliaia di cittadini, che provandole con “mano” hanno capito che se non vogliamo che il nostro futuro sia costellato di targhe alterne e blocchi, oltrechè essere messo a rischio dal Pm10, bisogna ridurre permanentemente il traffico, dando a tutti il modo a tutti di spostarsi. E su questo insistiamo con l’assessore alla mobilità Rossi per conoscere le sue intenzioni, a maggior ragione in questa situazione di carenza di risorse finanziare.

 

C’è bisogno di metter mano gradualmente ma radicalmente al modello di mobilità urbana, che va considerata nelle sue reali dimensioni metropolitane (con i comuni contermini) e da qui ne deriva una politica di fondo che deve favorire i mezzi pubblici su sede dedicata (corsie preferenziali come da tempo chiedono FILT GCIL e COBAS) e che si basi su due scelte prioritarie, parcheggi scambiatori all’esterno e un sistema mobilità urbana gerarchizzato.Un anulare generale delle Tangenziali, che fa da connettivo complessivo e unitario dei parcheggi scambiatori serviti da autobus; l’anello delle pericentralità, ossia i punti in cui le radiali (le strade di penetrazione) vengono interrotte nella loro accessibilità verso il centro in corrispondenza delle piazze o centralità delle periferie, sempre servite dal mezzo pubblico. Infine un centro storico sostanzialmente interdetto alle auto di chi non ci vive o lavoro, servito da una circolare di trasporto pubblico, le linee di metrobus ed alcuni collegamenti con i bordi della circolare, ed una rete di piste ciclabili degna di questo nome.”