PM10 – LEGAMBIENTE: “NON SI SCHERZI CON LA SALUTE
BLOCCO DELLE NON CATALIZZATE? UN PROVVEDIMENTO SALOTTIERO”

 

Per l’OMS SOsono migliaia i morti dovuti a tubi di scappamento

Legambiente ha appena diffuso l’ultimo dossier sul Pm10 nel Veneto: non ci sono miglioramenti. Ma invece di essere rassicurata non può che allarmarsi di fronte dalle notizie stampa che darebbero l’Assessore Conta in procinto di emettere il provvedimento più inutile e di facciata in materia di lotta la Pm10.

Legambiente ricorda l’ultimo studio dell’OMS “Effetti sulla salute dell’inquinamento dovuto ai trasporti” secondo il quale l’inquinamento dell’aria legato alla mobilità causa ogni anno la morte di decine di migliaia di persone in Europa. Per l’OMS le autorità non affrontano ancora sufficientemente la difficile sfida di ridurre i rischi per la salute e l’ambiente.

Il rapporto individua il trasporto stradale come la fonte più importante di agenti inquinanti pericolosi, quali il particolato fine (PM), il biossido di azoto, il benzene ed altri. I motori a benzina sono tuttora fonte dominante dell’inquinamento da trasporto. Nelle città circa il 90% degli inquinanti gassosi è emesso entro i primi 200 secondi dall’accensione del motore. Considerato che molti viaggi urbani in automobile coprono distanze inferiori ai 6 km, questo risulta una media molto alta di emissioni per distanza percorsa. A Padova, ricorda Legambiente, gli inquinanti che superano i limiti di legge sono ben 4: il biossido di azoto, il Benzo(a)pirene, l’Ozono, e le Polveri Fini.
Fermare le non catalizzate è quindi inutile. Con buona pace di Conta, che a questo punto rischia la battaglia legale con Legambiente.

L’OMS raccomanda un approccio integrato al problema dell’inquinamento atmosferico, che coinvolga migliorie tecnologiche di veicoli e carburanti ma anche cambiamenti nel comportamento della popolazione ed una migliore gestione della domanda di trasporto e pianificazione urbana, può produrre i massimi benefici nel contrastare gli effetti dell’inquinamento dell’aria da trasporto sulla salute. Approccio integrato che Legambiente fa proprio totalmente. Infatti secondo l’Associazione ambientalista serve la realizzazione di piani d’azione comunali, sovracomunali, provinciali e regionali omogenei che abbiano come obiettivo la riduzione del 40% delle emissioni entro alcuni anni.

– Dovremo continuare con le limitazioni del traffico e se necessario potenziarle (targhe alterne, blocchi) allargando anche la scala territoriale in cui si applicano.

– Da subito, però, bisogna lavorare per una politica condivisa che sostituisca targhe alterne e blocchi con una riduzione strutturale del traffico mediante la leva della tariffazione degli accessi e della sosta e il potenziamento del trasporto pubblico grazie ai conseguenti introiti, sul modello del “road pricing” londinese: insomma chi inquina paga.

– Per potenziamento del trasporto pubblico si intende una serie di interventi a breve e a lungo periodo che vanno dall’aumento delle corsie preferenziali protette all’utilizzo della rete ferroviaria come metropolitana di superficie della Padova diffusa, dalla realizzazione di parcheggi di interscambio (non in area centrale) al potenziamento delle piattaforme logistiche per un più razionale il trasporto merci, e naturalmente alla realizzazione delle tre linee di metrobus.

– Dobbiamo continuare a promuovere il passaggio all’uso del biodiesel, biogas o al metano nei mezzi pubblici e nei grandi impianti di riscaldamento.

– Bisogna iniziare a diffondere l’uso dei FAP (filtri antiparticolato) da applicare ai diesel, escludere i SUV dalla circolazione urbana, continuare a promuovere le piste ciclabili e la pedonalità, realizzare corsie preferenziali protette per gli autobus, parcheggi scambiatori.

– Dobbiamo promuovere la diffusione di pannelli solari per produrre elettricità e acqua calda.

– Dobbiamo favorire tutti gli spostamenti non motorizzati (piste ciclabili, percorsi pedonali casa scuola, aumento della scurezza stradale per pedoni e ciclisti, aree trenta, estensione di isole pedonali e ztl).