PP1: che ne pensano i padovani della torre di Podrecca?

È giusto ed opportuno che la discussione sulla trasformazione del profilo della città nella centralissima area del PP1 (il quadrilatero individuato grosso modo dalle vie Tommaseo, Valeri, Trieste e Gozzi) esca dal ristretto ambito degli uffici e delle sedi istituzionali ed investa i cittadini padovani. I cittadini, infatti, devono essere i referenti privilegiati dell’amministrazione per quanto riguarda le trasformazioni urbanistiche che modificano significativamente il territorio in cui vivono.
Non si chiede certo che le scelte urbanistiche siano decise in modo plebiscitario, ma che la popolazione sia informata e possa esprimere la propria valutazione attraverso democratici sistemi di partecipazione, questo sì; almeno per quanto riguarda gli ambiti più sensibili della città. Così, peraltro, si è fatto di recente nel caso dell’idea progettuale di riqualificazione del Prato della Valle, presentata dall’arch. Crotti su incarico del comune. Il dibattito che ne è seguito, e che dura tuttora, ha dato delle indicazioni utili, che l’amministrazione comunale dovrebbe tenere in conto. Così si faccia anche per il PP1.
Entrando nel merito del progetto va detto, innanzitutto, che allo stato delle cose l’unico provvedimento approvato riguarda la perimetrazione dell’ambito di intervento. È stato, cioè, indicato l’esatto perimetro all’interno del quale deve essere progettato il piano urbanistico. Il planivolumetrico presentato dall’architetto serbo Podrecca, che prevede tra l’altro la torre binata alta quasi cento metri, che suscita tante perplessità per la sua incombenza sul sito storico ed artistico dell’arena romana e della cappella degli Scrovegni e che rischia di alterare la linea dell’orizzonte dello stresso Prato della Valle, rappresenta solo un’ipotesi priva di qualsiasi carattere vincolante.
Siamo d’accordo con l’assessore Mariani quando dice che un edificio sviluppato in altezza non è per forza un obbrobrio. Aggiungiamo, anzi, che lo sviluppo in altezza consente un maggior risparmio di superficie occupata dall’edificazione. Osserviamo, però, che simili edifici all’interno o a ridosso del centro storico difficilmente, se non mai, risultano compatibili con la specificità dei luoghi e rischiano di compromettere quei delicati equilibri della città antica e dei suoi borghi che appartengono alla nostra memoria. Il fatto che l’intorno del PP1, con gli edifici bancari dell’Antonveneta e della BNL da un lato e del centro direzionale di via Valeri dall’altro, appartenga ormai alla città moderna non affranca tale area dall’obb ligo di una progettazione attenta alla specificità dei luoghi storici, in quanto a poche decine di metri scorre il Piovego, sul quale si affacciano, come già detto, importanti emergenze: le mura, l’arena romana e la Cappella degli Scrovegni. Il fatto, poi, che il planivolumetrico di Podrecca sia solamente indicativo di una soluzione progettuale non vincolante, lascia ampi spazi per ragionare sulle altezze e sulle masse architettoniche da realizzare, al fine di individuare la soluzione progettuale che maggiormente rispetti le citate emergenze storiche ed artistiche della città. E questo senza incorrere in alcun rischio di penali da corrispondere alla cordata di immobiliaristi proprietari dell’area. La cittadinanza, però, non deve subire dall’alto tale trasformazione urbanistica, ma deve essere coinvolta al fine di arrivare ad una scelta progettuale ampiamen te condivisa.

Lorenzo Cabrelle – Direttivo di Legambiente Padova