Quali sono i giochi sul PP1?

Con l’esame da parte della commissione urbanistica della proposta di delimitazione dell’area di intervento del PP1, presentata dai privati, ha ufficialmente preso il via l’iter per la realizzazione di uno dei maggiori interventi di densificazione edilizia all’interno della città storica. I volumi in gioco nel quadrilatero tra via Trieste e via Valeri sono 140.000 metri cubi a favore dei privati, a cui il comune ha ceduto nel 2004 la maggior parte dell’area, e 40.000 mc a favore della provincia, proprietaria della rimanente superficie a seguito della permuta con il comune dell’area Boschetti.
In un articolo apparso sul Mattino dello scorso 12 aprile, il presidente della provincia Vittorio Casarin ha illustrato il suo punto di vista sull’intera operazione. Sul punto è intervenuto il sindaco Flavio Zanonato affermando che nulla è stato ancora deciso e che vi è materia per proiettare la questione oltre la scadenza del suo mandato amministrativo. Ma il sindaco ha anche affermato di avere interesse “ad andare incontro alla Provincia” (la “variantina” a cui sta lavorando l’assessore Mariani), e questo preoccupa un po’ in quanto il presidente Casarin ha detto chiaramente quali sono le sue aspettative. Nel citato articolo, il presidente della Provincia afferma, innanzitutto, di vantare un credito di un milione e mezzo di euro dalla permuta delle aree tra comune e provincia e che il comune “non si è sottratto” a questa valutazione. Sulla questione sarebbe utile, tuttavia, avere una conferma dalla controparte, in quanto, di primo acchito, sembra difficile che le aree cedute dal comune, che prevedono una potenzialità edificatoria di 40.000 mc., valgano meno di piazzale Boschetti, dove la capacità edificatoria era decisamente inferiore, anche tenendo conto delle volumetrie esistenti.
Ma quel che preoccupa maggiormente sono le soluzioni prospettate da Casarin per comporre la questione. Partendo dal presupposto che il comune non ha in bilancio la liquidità sufficiente per corrispondere il conguaglio, la prima soluzione che viene prospettata è quella di trasferire all’interno del PP1 i 10.000 metri cubi di volume residenziale previsti nell’area Boschetti. Quella volumetria, però, fa parte della permuta e quindi è persa. Correttamente si dovrebbe dire che la Provincia, a conguaglio del credito vantato, chiede un aumento di cubatura di 10.000 metri cubi, all’interno del PP1, con destinazione residenziale. Fatti due conti, applicando il valore indicato dallo stesso Casarin in 5.000 euro a metro quadro, detratti i costi di costruzione, si può facilmente concludere che l’operazione ha più i caratteri della speculazione che del risarcimento di un credito.
La seconda soluzione suggerita è ancora più spregiudicata. Ventilando la possibilità di poter, così, realizzare anche il nuovo Conservatorio si propone di aumentare la cubatura sia ai privati che alla Provincia: 10.000 metri cubi a testa, metà direzionale e metà residenziale. A parte il fatto che il piano guida di Podrecca, al cui rispetto era vincolata la vendita ai privati, prevedeva la realizzazione di due edifici pubblici e che il Conservatorio può trovare collocazione all’interno della volumetria già prevista, visto che la caserma della polizia municipale non è più necessaria essendo stata trovata una soluzione alternativa all’interno della torre bianca di via Gozzi, va posto con forza l’interrogativo se la zona in cui si interviene possa sopportare un ulteriore aumento di cubatura.
La domanda non necessita di risposta. Chiunque può, infatti, capire quale sarà la situazione del traffico nel già congestionatissimo quadrilatero formato dalle vie Valeri, Trieste, Gozzi e Tommaseo dopo la realizzazione dei previsti 180.000 metri cubi, 40.000 pubblici ed il resto privati, e dei 60.000 metri cubi di parcheggi interrati.
Se per “andare incontro alla Provincia” si intende ragionare sul cambio di destinazione d’uso delle volumetrie autorizzate, si può anche essere d’accordo, ma assolutamente no se la “variantina”, su cui sta lavorando l’assessore Mariani, prevede ulteriori aumenti di cubatura.

Lorenzo Cabrelle, Legambiente Padova