Rapporto Ispra 2023
FALLIMENTO DELLA LEGGE VENETA SUL CONSUMO DI SUOLO
LOGISTICA E GRANDE DISTRIBUZIONE TRA LE PRINCIPALI CAUSE DI CEMENTIFICAZIONE
L’annuale Rapporto sul consumo di suolo presentato oggi da Ispra certifica il secondo posto del Veneto dietro la Lombardia sia per percentuale di suolo consumato pari all’11,88% della superficie regionale, sia per l’incremento di consumo di suolo netto avvenuto nell’ultimo anno, pari a 739 ettari . Nella Regione Veneto poi, Padova provincia e Padova Comune hanno il primato della più alta percentuale di suolo consumato con rispettivamente il 18,69% e il 49,76% di superficie cementificata.
“Questi dati descrivono in primo luogo un sostanziale fallimento della legge veneta sul consumo di suolo” commenta Sergio Lironi, Presidente onorario di Legambiente Padova. “Nel giugno del 2017 la Regione Veneto, prendendo atto dei disastri ambientali generati dall’incontrollata urbanizzazione e cementificazione del territorio dei decenni passati, ha approvato la legge 14/2017, contenente un insieme organico di principi e di disposizioni per il contenimento del consumo di suolo. A sei anni di distanza è quanto mai necessario ed urgente fare un bilancio degli effetti prodotti dalla legge.”
Da questo punto di vista, i dati dell’ultimo Rapporto Ispra 2023 sono a dir poco preoccupanti. Nel 2022 il suolo consumato nel Veneto risultava pari a 217.824 ettari, corrispondenti all’11.88% dell’intera superficie territoriale (contro una media italiana del 7,14%). Ma la cosa più preoccupante è che i dati relativi agli ultimi anni documentano come, anche dopo la legge 14/2017, i valori del consumo di suolo annui non sono affatto diminuiti. Anzi hanno registrato un significativo incremento.
“Prima dell’approvazione della legge regionale 14/2017, dal 2012 al 2016, l’incremento annuale medio risultava pari a 512 ettari. Nel 2017, per effetto dell’allarme generato dalla prospettiva di una prossima limitazione delle possibilità edificatorie, il consumo di suolo annuo ha raggiunto il valore record di 1101 ettari. Negli anni seguenti, dal 2017 al 2021, la media annuale si è attestata su 743,73 ettari. E’ dunque oggi lecito parlare di un sostanziale fallimento di una legge che, pur enunciando finalità e principi del tutto condivisibili, non ha saputo individuare norme e strumenti operativi in grado di conseguire le finalità indicate. Di questo attualmente, nel momento in cui la Regione ha in cantiere l’approvazione di un Testo Unico della legislazione urbanistica ed edilizia, si dovrebbe tener conto analizzandone le cause e quindi i necessari correttivi.”
Tra questi, secondo Legambiente, prioritario è che vengano del tutto escluse le deroghe relative agli interventi attuati con le norme dello “sportello unico per le attività produttive (SUAP), in quanto è proprio con l’utilizzo di questa normativa che si è generata nel Veneto negli ultimi anni una consistente parte del consumo di suolo effettivo.
“Secondo il Rapporto Ispra” commenta Sandro Ginestri Presidente di Legambiente Padova “logistica e grande distribuzione organizzata figurano tra le principali cause di incremento della superficie consumata in Italia. In termini assoluti il primato è del Nord-Est con 1.671 ettari consumati nel periodo 2006-2022, mentre il valore più alto di densità di consumo di suolo associato alla logistica tra il 2021 e il 2022 è stato riscontrato in aree rurali. Qui a Padova, ad esempio, l’assalto della grande distribuzione organizzata ai terreni agricoli, è ben rappresentato dalla proposta dei supermercati Alì di costruire un grande hub logistico su una superficie rurale di 15 ettari a Granze di Camin. Fondamentale sarà la decisione che il Consiglio comunale vorrà prendere nell’approvare o meno questo progetto. Basti pensare che con il nuovo Piano degli interventi elaborato dall’Architetto Boeri il Comune ha previsto 4,3 ettari di aree di nuova urbanizzazione per tutta la città, mentre il progetto di Alì cancellerebbe da solo più di 10 ettari di terreni agricoli.”