REFERENDUM. Padova con l’acqua privatizzata?

Sul territorio padovano insistono due operatori, o meglio, gestori di acqua: AcegasAPS e Etra (scarica la cartina dei comuni serviti)
Si tratta in entrambi i casi di società per azioni, come vuole la legge Galli del ’94, ma la prima è a capitale misto ed è quotata in borsa, la seconda è a intero capitale pubblico ed è un classico esempio di gestione “in House”.
Gli effetti della legge Ronchi prevedono per AcegasAps l’obbligo di far scendere la quota pubblica dal 51% attuale al 30% entro il 2015.
Per Etra, invece, l’obbligo è di vendere a favore di un socio privato operativo il 40% delle azioni entro il 31/12/2011.

Insomma, il senso è quello di spingere verso la privatizzazione penalizzando ogni realtà pubblica indipendentemente dall’efficienza ed efficacia del servizio realizzato.
Nel frattempo sono stati aboliti gli Ato (Ambiti territoriali ottimali) che sono le autorità (costituite dai sindaci del territorio interessato) che provvedono all’affidamento delle gestioni e alla verifica di correttezza di erogazione del servizio. Non chiedetemi perché Calderoli lo abbia fatto, so solo che poi il governo li ha resuscitati col mille proroghe per un anno ma, ad oggi, si naviga nell’incertezza su quel che verrà deciso per il futuro.

Perché hanno fatto tutto ciò? Ci hanno detto che è la legislazione europea che ce lo impone ma non è vero! La legislazione europea non parla di privatizzazioni ma di liberalizzazioni ed è totalmente neutra rispetto alle scelte in senso pubblico/privato che i singoli paesi intendono adottare.

Invece l’Europa riporta spesso il principio che “chi inquina paga” ma, stranamente (stranamente?), da noi non c’è una sola legge che recepisca questo principio. Chiedete cosa ne pensano i cittadini che si bevono l’acqua del Po o dell’Adige! Un’acqua pessima, imbevibile e costosissima, dato che sono i cittadini stessi che si devono pagare gli altissimi costi della depurazione in quanto utilizzatori finali di un’acqua inquinata dalle attività produttive della Valpadana che non spendono un euro per l’inquinamento che producono.
E ancora: ci dicono che non è vero che si privatizza l’acqua ma solo il servizio. Come non fosse, alla fine, la stessa cosa. Provate ad andare a fare un po’ di spiaggia in un qualsiasi tratto di litorale, che è demaniale e quindi pubblico. Non lo potete fare se non siete disposti a pagare le sdraio al gestore privato titolare di concessione.
E allora che fare? Semplice: il 12 e 13 giugno SI VOTANO DUE BEI SI’

Ma prima, datevi da fare, coinvolgete i vicini, gli amici, i parenti, i passanti con le vostre bandiere esposte ai balconi o sventolate pedalando sulle vostre bici. Insomma diventate tutti “azionisti” dell’acqua pubblica!

Gianni Ballestrin – referente Comitato Due Sì per l’acqua pubblica