Rifiuti: l’obiettivo è la riduzione

Se è pur vero che Padova è la prima città sopra i 200mila abitanti con il 40% (dati ARPAV) di raccolta differenziata dei rifiuti, non è accettabile che il resto dei rifiuti non riciclati finisca nell’inceneritore di Camin, a beneficio a vantaggio della produzione di effetto serra e a scapito della qualità dell’aria già compromessa in città. Va dato atto al coraggio della iniziativa dell’Assessore Bicciato in merito alla sperimentazione di un sistema alternativo di raccolta differenziata di “prossimità” (preferiamo definirlo così perché il porta a porta evoca nei padovani una esperienza infelice) per alcuni rioni del quartiere 3. La sfida che Legambiente lancia all’amministrazione Comunale è quella di dimostrare che è possibile arrivare ad obiettivi ambiziosi di raccolta differenziata. Montebelluna, citt&agra ve; di 30.000 abitanti ha una Raccolta Differenziata al 74%; i quartieri di Padova hanno più o meno la stessa dimensione. È evidente la complessità dell’impostazione di un sistema di prossimità di raccolta rifiuti su tutta la Città, per questo accettiamo di buon grado la sperimentazione su alcuni rioni, a patto che l’Amministrazione comunale creda pienamente nell’operazione. L’inceneritore di Camin deve essere uno strumento flessibile di gestione dei rifiuti, che deve rispondere alla domanda di smaltimento di quella parte di rifiuto che non trova spazio nel mercato del recupero.

Immaginiamo quindi uno scenario di evoluzione per i prossimi anni di aumento della raccolta differenziata, sia in termini quantitativi che qualitativi, di politiche di riduzione della produzione di rifiuti e di conseguenza di minor ricorso all’incenerimento. Le due attuali linee sono obsolete, realizzate negli anni ’70 per incenerire i rifiuti, non per recuperarne il contenuto energetico. L’energia che ACEGAS-APS recupera oggi serve a malapena a coprire i soli costi di smaltimento delle scorie in discarica.

È accettabile quindi una nuova linea in grado di bruciare solo rifiuto secco, ad alto potere calorifero, residuo da una ottimale raccolta differenziata, a fronte della dismissione delle due vecchie linee realizzate per il vecchio rifiuto tal quale a basso potere calorifero. Visto che l’inceneritore c’è, ben venga il teleriscaldamento per recuperare il calore residuo dal processo di produzione dell’energia elettrica, ma dimensionato sulla sola terza linea, se no qualcuno avrà la scusa per non chiudere le due vecchie linee. Ovviamente, inoltre per dare luce verde alla terza linea è necessario che i risultati dalla valutazione di impatto ambientale e dall’indagine epidemiologica che l’Assessore Bicciato ha già commissionato, siano positivi.

Sappiamo che questa è la posizione dell’Assessore Bicciato, ma ci chiediamo se è anche quella di tutta la Giunta. Speriamo di sì. Serve invece un coinvolgimento vero della cittadinanza. Serve una sorta di maturazione collettiva sui propri stili di vita e modi di consumare, finalizzata a responsabilizzare ciascuno su quanti rifiuti produciamo. Da qui la richiesta di Legambiente all’Amministrazione di un impegno massiccio nella comunicazione ai cittadini, per incentivare comportamenti virtuosi, che premino la riduzione dei rifiuti (vuoti a rendere, distributori automatici nei supermercati, ecc.) e scoraggino modi di consumo dannosi (usa e getta, l’inutile incelofanatura di borse e zaini all’ingresso degli ipermercati, ecc.). Serve infine che gli industriali diminuiscano gli imballaggi e investire in packaging ecocompatibile, che pensino ai potenziali sviluppi delle bioplastiche, ricorda ndo loro, che ogni rifiuto avviato allo smaltimento è una occasione persa per il mercato industriale del recupero

Devis Casetta – Direttivo Legambiente Padova