C’era una volta un regolamento edilizio in via di riscrittura, che nelle intenzioni di alcuni avrebbe dovuto diventare una specie di contraltare al dilagare cementizio in città. Si diceva, si dice e si spera tutt’ora. Visto che pare difficile contrastare la voglia di mattoni che alcuni esponenti della giunta padovana appoggiano e promuovono, almeno si può cercare di costruire con più attenzione, permettendo solo l’edificazione di edifici rispettosi dell’ambiente nei materiali, poco impattanti sul piano dell’impermeabilizzazione dei suoli e, soprattutto, che consumino poche risorse energetiche.
Purtroppo il regolamento edilizio approvato, lungi dall’essere all’avanguardia è in realtà obsoleto.
Tuttavia, grazie all’impegno dell’assessore all’ambiente Francesco Bicciato, si era riusciti a tenere aperta almeno una porta: un articolo del regolamento rimanda ogni possibile questione energetica ed ambientale “innovatrice” ad un apposito regolamento energetico, da approvarsi entro sei mesi dall’entrata in vigore del regolamento edilizio la cui forza e cogenza sarà pari a quella del regolamento edilizio stesso.
Per scrivere questo secondo regolamento, che doveva tra le altre cose trattare il tema della certificazione delle abitazioni, dello standard energetico che queste devono avere e dell’obbligo dei pannelli solari nelle nuove edificazioni, viene creata una commissione di esperti che si riunisce più volte.
A dicembre però assistiamo ad un colpo di scena. Dagli uffici dell’Assessore all’urbanistica Mariani si presenta all’approvazione del Consiglio comunale un fantomatico regolamento energetico di cui nessuno sapeva nulla, tranne gli addetti ai lavori, che si chiede di votare in fretta e furia per una malintesa necessità di adeguamento normativo. Detto fatto, il documento viene approvato.
Padova ha finalmente un documento che impone di costruire i soggiorni a sud e le camere a nord? Che impone l’impiego di energie rinnovabili? Che impone la coibentazione degli edifici? Che richiede il recupero dell’acqua piovana per l’irrigazione? Niente di tutto questo! Il documento approvato – ci spiegano – non è che un regolamento tecnico che prevede la possibilità volontaria di farsi certificare l’abitazione e determina il modo con cui i funzionari comunali debbano accertarne la veridicità delle prestazioni energetiche.
Mentre ciò accade la commissione istituita per redigere il vero documento, è impantanata nelle difficoltà e non si riunisce da ben due mesi.
Va rimarcato che nel frattempo il Governo italiano ha varato delle misure che rendono obsoleta gran parte del documento voluto da Mariani.
Misure queste (in particolare quelle relative alla certificazione energetica degli edifici) assolutamente prevedibili e che erano nell’aria da mesi. Perché allora e infilarsi in un tale dualismo?
Ci auguriamo che la vicenda possa avere un lieto fine: che la commissione di esperti, di cui fa parte anche un esponente di Legambiente, possa tornare a riunirsi e dare alla luce un regolamento che porti la nostra città all’avanguardia in questo settore e che ci prepari al futuro dell’edilizia, fatto di qualità e non di quantità. Quale ruolo amministrativo possa e debba avere questo documento e, soprattutto, in quale rapporto starà con il regolamento edilizio, è questione ancora da capire e tutt’altro che facile da dirimere, dopo il colpo di scena di dicembre. Rimane il fatto che un concreto e deciso passo avanti va fatto, se non altro per essere conseguenti rispetto alle iniziative lodevoli che l’assessore all’ambiente sta sviluppando nel campo energetico.