Si cementificheranno le aree agricole per un errore di calcolo?

Nei giorni scorsi Legambiente Padova ha segnalato all’Assessorato all’Urbanistica di Padova l’errore commesso nel dimensionamento del Piano di Assetto Territoriale (PAT) adottato il 7 aprile 2009 (vedi qui la lettera). I calcoli effettuati per la determinazione del limite massimo alla trasformabilità delle superfici agricole utilizzate (SAU) in zone con destinazioni diverse non tenevano infatti conto dei criteri fissati dall’Atto di Indirizzo della Regione Veneto del 25 novembre 2008 (si è utilizzato a base del calcolo il dato relativo all’intera superficie territoriale comunale, anziché quello relativo alla sola SAU). Un errore che, se non corretto, comporterebbe per il prossimo decennio un consumo di suolo agricolo utilizzato di 667.994 mq invece dei 181.142 mq consentiti dalla legge.

La risposta pervenuta del Settore Pianificazione Urbanistica del Comune, pur riconoscendo l’errore, rinvia le correzioni alla redazione del primo Piano degli Interventi (PI) (scarica la risposta del Comune).

Ma l’aspetto più preoccupante della risposta pervenuta sta nel punto successivo, dove si osserva che la “DGR 3650 del 2008 non ha modificato solo il riferimento alla superficie del territorio comunale, da utilizzare nel calcolo della SAU, ma anche l’elenco delle aree e delle colture da considerare ai fini della quantificazione della stessa, e pertanto la verifica va fatta in modo complessivo”.

Un’osservazione che fa sorgere alcune domande e che ci fa richiedere alcuni urgenti chiarimenti in relazione alle seguenti questioni:

1. – L’Atto di indirizzo regionale richiede che nel calcolo della SAU vengano computate anche quelle che vengono definite come aree agricole “assimilate alla SAU” (arboricoltura da legno e terreni abbandonati), aree ricomprese nei censimenti Istat nella superficie agricola aziendale totale (SAT), ma non nella SAU. Non è una differenza da poco, soprattutto in un contesto in cui le attese speculative, alimentate dalle frequenti varianti di piano, inducono all’abbandono di molti terreni agricoli. Ed è una differenza che potrebbe dover richiedere un radicale ridimensionamento delle previsioni del PAT (da 4 milioni di mq circa a 20.000 mq circa).

2. – Nella risposta del Comune si rinvia il ricalcolo della SAU trasformabile al momento in cui verrà redatto il primo Piano degli Interventi. Nel frattempo, però, è all’ordine del giorno una Variante di PRG con cui a Mortise si prevede l’urbanizzazione di ulteriori 106.000 mq di terreni agricoli.

3. – Di fatto il PRG vigente, con l’ approvazione del primo PAT, “per le parti compatibili” diventa il Piano degli Interventi. Tra le norme del PAT di Padova si stabilisce che il limite massimo alla trasformabilità delle aree SAU si applica solo alle nuove espansioni urbane che troveranno attuazione con il Piano degli Interventi. Ciò appare, a nostro avviso, in contrasto con l’Atto di Indirizzo regionale, nel quale si richiede che nel computo della SAU si consideri l’uso effettivo del suolo “a prescindere dalle destinazioni e classificazioni di PRG”. Secondo il provvedimento regionale dunque nel computo della SAU vanno considerate anche le aree aventi ancora caratteristiche agricole, anche se non utilizzate o abbandonate, indipendentemente dalla destinazione prevista dal PRG vigente (per Padova è il caso, ad esempio, di Iris, Basso Isonzo, via Pelosa, ecc.). Sembra logico dedurne che il limite massimo dello 0,65% calcolato sul complesso di queste aree ed inserito tra le norme tecniche del PAT, imponga una rivisitazione dello stesso PRG vigente ed uno stralcio delle previsioni in eccesso rispetto a detto limite, prima della sua riconversione in Piano degli Interventi. Un’ ulteriore indicazione viene dal provvedimento regionale che rende possibili “la ricollocazione, all’interno del territorio comunale, delle aree interessate da precedenti previsioni di piano non attuate, nonché di quelle che, ancorché adottate, sono incompatibili con il PAT». E non va dimenticato l’articolo 14 della Legge urbanistica che recita: «… l’approvazione del piano e delle sue varianti comporta la decadenza dei Piani Urbanistici Attuativi vigenti limitatamente alle parti con esso incompatibili, salvo che i relativi lavori siano iniziati».

4. – Il PAT di Padova risulta per il momento solo adottato e non ancora definitivamente approvato. Va però ricordato che con la sua adozione sono divenute operative le misure di salvaguardia. Ne dovrebbe derivare l’obbligo di verificare già in questa fase, ogniqualvolta venga richiesta l’autorizzazione per nuovi piani urbanistici attuativi che interessino aree SAU o assimilate SAU, il non superamento del limite imposto dalla legge alla trasformabilità dei suoli agricoli. Da qui l’urgenza di procedere da subito al corretto ricalcolo di detto limite ed alla istituzione del previsto “Registro di controllo della SAU trasformata”, anche al fine di evitare che i permessi rilasciati possano essere dichiarati illegittimi.

Legambiente dunque, al fine di prevenire nuove cementificazioni, chiede che vengano esplicitati i criteri utilizzati per il dimensionamento del PAT nel censimento delle SAU e che prima dell’approvazione definitiva del PAT vengano rivisti i calcoli relativi alla SAU e la relativa cartografia, non rinviando detta verifica all’adozione del primo Piano degli Interventi, anche in considerazione del fatto che l’Atto di indirizzo regionale precisa essere “fondamentale” che l’indicazione del limite quantitativo massimo sia contenuta nel PAT. Inolte Legambiente ha richiesto che venga immediatamente effettuata la verifica di compatibilità del PRG vigente rispetto al limite massimo di aree SAU trasformabili e che venga istituito l’apposito Registro di controllo.

Arch. Sergio Lironi – Presidente Onorario Legambiente Padova