Nella storia erano i re e gli imperatori a fondare nuove città. In Italia recentemente è stato Berlusconi a fondare Milano 2 e Milano 3, e ancora lui, dopo il terremoto dell’Aquila, a promuovere la creazione di new town e a lasciare andare in rovina la città storica. Oggi, nel Veneto, in virtù di uno scellerato articolo della legge urbanistica regionale, a ergersi a cofondatori, con l’ing. Endrizzi, della nuova città con milioni di metri cubi assegnati in un colpo solo, sono il sindaco PdL di Pianiga, comune con meno di 10.000 abitanti, e la sindaca della Lega di Dolo, comune che ha appena superato i 15.000.
I due sindaci, con il voto delle rispettive maggioranze consiliari, malgrado la contrarietà delle opposizioni e malgrado la mobilitazione popolare che da anni cerca di contrastare questo progetto, hanno avuto la delega per firmare l’Accordo di Programma che apre la strada alla più grande speculazione di rendita fondiaria che si sia mai vista in Veneto. Da 200.000 a 300000 mq di Snp (superficie netta pavimentata) di direzionale, 75.000 mq di Snp di commerciale, 50.000 mq di Snp di ricettivo (alberghi), 150.000 mq di Snp per attrezzature e servizi di interesse pubblico e del tempo libero. E questo solo nella prima fase. (Per conoscere tutti i numeri del progetto clicca qui).
Ancorché non vi sia ancora un imprenditore uno intenzionato a investire nella costruzione di qualcosa, ma solo una cordata di società fra i proprietari dei terreni che insegue centinaia di milioni di euro di rendita fondiaria, il piano prefigura un intervento che avrà l’effetto di una spugna parassitaria che assorbirà in condizioni di sleale concorrenza in questa niu siti di cui il Veneto delle cento città non sente proprio il bisogno, energie e risorse alle città di Padova, Venezia e Treviso che stentano ad affrontare i loro problemi di riconversione (Porto Marghera) o di rigenerazione urbana (periferie di Padova, Mestre e Treviso). La speculazione parassitaria passa dalla fase dei megacentri commerciali posti ai margini delle aree urbane, alla collocazione di cittadelle capaci di tutto nei nodi principali della rete infrastrutturale.
Stupisce dunque il silenzio del sindaco di Mira che vedrà spegnersi nel suo territorio prossimo a quest’area le attività commerciali, di servizio e ricettive che tengono in vita le varie frazioni. Stupisce il pilatesco “essersi tirato fuori” del sindaco di Mirano – peraltro recentemente costretto alle dimissioni – nel cui territorio si avranno lo stesso fenomeno sul commercio locale e pesanti ricadute di traffico.
Stupisce ancor più il silenzio del Sindaco di Venezia Orsoni, del Sindaco di Padova Zanonato e di quello di Treviso Gobbo.
Questi sindaci tacciono perché non si sono accorti o perché non hanno nulla da eccepire su questa decisione ? Non hanno nulla da dire sulla grave responsabilità che si sono assunti questi due sindaci con il beneplacito della Provincia di Venezia e sul fatto che il Presidente della Regione Zaia si appresta a firmare il decreto che sancirebbe la nascita di questa città-spugna artificiale senza abitanti ma pronta ad offrire aree libere e imbellettate e, in seguito, ad attrarre e mungere i consumatori di un vasto territorio 24 ore su 24 , come dicono i proponenti?