Ad un mese dalla sua partenza, la nuova linea urbana dieci, nata dalla fusione del 10 e del 18, è spezzata in due con l’inaugurazione la linea 14.
E non potrebbe che essere così, visto che si è voluto fare le nozze con i fichi secchi. Una linea di forza come quella prevista per la “nuova” 10, fortemente richiesta anche da Legambiente, doveva vedere rivisitate la sua funzionalità e le sue caratteristiche: meno fermate (ma attrezzate), pubblicità a tappeto nei quartieri serviti e, soprattutto, corsie preferenziali per evitare che rimanesse intrappolata nei marasmi dell’Ikea, delle rotonde e del Brentelle.
Si è detto: è troppo lunga e accumula ritardi, soprattutto a causa degli ingorghi dell’Ikea, “dimenticando” che l’apertura dell’Ikea era prevista da mesi e che si poteva prevedere questo epilogo, così come si sa che una linea lunga, per funzionare, ha bisogno di accorgimenti ed investimenti.
Le sperimentazioni fatte alla leggera hanno un doppio risultato negativo: falliscono e soprattutto affossano l’idea che le ha ispirate. Chiudendo la linea dieci dopo poco più di un mese chi in futuro riproporrà un collegamento ovest-est come quello? Sarà la fine di questa ipotesi, con buona pace di chi chiede a gran voce lo svecchiamento del trasporto pubblico padovano che da decenni rimane, nella rete e nel modo di gestirla, pesantemente legato a logiche di trasporto residuale e obsoleto.
Ciò che fa maggiormente tristezza a chi abita in zona non è solo vedersi passare davanti gli autobus di diverse aziende diverse senza nessun coordinamento di tariffa o di orario (amministrazione provinciale, dove sei?), ma anche il fatto che anche la più piccola delle pizzerie per asporto avrebbe fatto una campagna informativa maggiore di quella che è stata fatta per questa linea di trasporto pubblico che coinvolge un’area dove i potenziali utenti sono decine di migliaia e dove sono stati convogliati gli autobus più nuovi e capienti della rete. Un bel modo di fare fruttare i propri investimenti, non c’è che dire.
E restano l’amarezza, la delusione e un assordante silenzio: quello dei soloni che normalmente pontificano sull’inutilità delle targhe alterne e delle misure di blocco del traffico contro lo smog. Dove sono adesso che si consuma una piccola grande tragedia del trasporto pubblico, unico strumento per risolvere quei problemi le cui soluzioni non condividono?