Un Piano asfittico, figlio di un modello di sviluppo obsoleto

Il Piano provinciale della viabilità per la Cgil di Padova è un elenco di opere stilato senza alcun criterio di priorità, un piano che non tiene conto della necessità di salvaguardare il territorio, tutelate la salute, governare lo sviluppo del tessuto produttivo.
La Provincia, dopo quattro anni dall’approvazione del piano provinciale della viabilità, procede ad un aggiornamento per stimare la reale evoluzione della domanda di mobilità e il nuovo assetto della rete viaria: “Ritengo che il piano debba essere contestualizzato con il Piano Territoriale Provinciale per una coerenza relativa all’assetto e governo del territorio connesse alle trasformazioni urbanistiche ed economiche del tessuto produttivo e sociale già vissute o previste – dice Ilario Simonaggio segretario generale Cgil Padova – Di questo lavoro nell’aggiornamento non c’è traccia, ma si procede secondo una lunga sommatoria delle richieste comprese le contraddizioni che un simile assemblaggio inevitabilmente produce”.
Il piano, inoltre, rinvia le criticità degli spostamenti di tipo urbano ad una analisi più specifica rispetto ad un piano provinciale, ma: ”Riteniamo che gli spostamenti di tipo urbano nella città metropolitana di Padova dato l’elevato numero, peso e interdipendenza nella mobilità generale della provincia debbano essere compresi nel piano e le sue conclusioni – continua Simonaggio – devono essere concertate con tutti i soggetti istituzionali, economici, sociali compreso l’assetto della viabilità che insiste sulla città metropolitana. Infatti, il piano non assume alcuna variazione futura di scenario per la mobilità delle merci e delle persone in conseguenza dell’avvio dello SMFR, della gronda sud, del quadruplicamento della linea ferroviaria Padova/Mestre, del Sir uno e le altre due linee di trasporto pubblico della città. Bisogna pensare ad un’efficace integrazione qualitativa di reti e infrastrutture invece che ad un semplice piano stradale. E’ obbligatorio limitare l’uso del territorio per la realizzazione di nuove strade considerato anche il danno quotidiano alla salute derivato dall’alta concentrazione di polveri e inquinanti”.
Per la Cgil padovana il piano dovrebbe rafforzare alcune priorità ambientali e di sviluppo quali:
· Esame delle ricadute della fluidità e dei cambiamenti sociali a seguito del completamento dell’anello delle tangenziali di Padova e Limena prima di proporre nuove arterie.
· Vincoli rigidi urbanistici e di sviluppo al collocamento di insediamenti produttivi e commerciali in prossimità delle principali arterie di fluidificazione veicolare.
· Parametri di sostenibilità ambientale e territoriale per tutto il nuovo assetto viario.
· Condizionare la nuova viabilità al rispetto dei cunei verdi e della mobilità lenta (percorsi ciclopedonali, ecc.).
“Chiediamo buone opere che tengano in debito conto risorse disponibili, gerarchizzazione delle strade e degli interventi e soprattutto del cambio del modello legato alla fine dell’illusione liberista della crescita quantitativa e della disponibilità illimitata delle risorse territoriali e sociali”, conclude il segretario generale.

Legambiente Padova