18esimo GIORNO DI SUPERAMENTO CONTINUATIVO DEL PM10 A PADOVA. TUTTO IL VENETO NELLA STESSA SITUAZIONE

Da Giovedì 30 dicembre il Pm10 a Padova è ininterrottamente al di sopra del limite di legge giornaliero fissato in 50 microgrammi per metrocubo d’aria. Con oggi sono 18 giorni cosecutivi.PADOVA – PM10 microg/mc Giorni – media cittadina(PM10 microg/mc)
Gio 67 30-12
Ven 69 31- 12
Sab 90 01-01
Dom 102 02-01
Lun 76 03-01
Mar 131 04-01
Mer 155 05-01
Gio 156 06-01
Ven 160 07-01
Sab 145 08-01
Dom 144 09-01
Lun 132 10-01
Mar 125 11-01
Mer 88 12-01
Gio 73 13-01
Ven 75 14 01
Sab 81 15 01

Fonte dati: ARPAV. Elaborazione Legambiente

Tutto i veneto è in questa situazione. Da quando sono monitorate le micropolveri, (dal 2001), anno dopo anno le città venete hanno sempre subito concentrazioni di Pm10 superiori al limite di legge annuale di 40 microgrammi, e ogni anno hanno di gran lunga superato i 35 giorni in cui, sempre per legge, è ammissibile superare i l limite giornaliero di 50 microgrammi.
Tutto questo, fin’ora non è bastato per convincere Regione ed Enti Locali, a considerare il problema per quello che realmente è un’ emergenza di prima grandezza, delegandolo agli assessori all’ambiente, che non hanno risorse e poteri per affrontarlo adeguatamente.. Invece il problema è così grave che dovrebbero occuparsene collegialmente le Amministrazioni prendendo provvedimenti adeguati, cioè mettendo radicalmente mano in primo luogo alla politiche delle mobilità. Bisogna smetterla di costruire strade e tangenziali e avviare un massiccio piano di investimenti per dotarci di un trasporto urbano ed extra urbano e regionale, capiente, rapido, affidabile e comodo, tale da spostare quote considerevoli di persone e merci sui mezzi collettivi.
Lo sforzo finanziario che va fatto, è giustificato dai massicci danni alla salute che il Pm10 provoca. Eccoli di seguito.

– Legambiente Padova 0498561212 –

DOSSIER PM10 E SALUTE (Per saperne di più: si veda il sito www.legambientepadova.it/smog)
1) Effetti acuti e a lungo termine
Numerosi studi epidemiologici hanno di mostrato che all’inquinamento da PM10 sono associati effetti dannosi per la salute umana, sia a breve (effetti acuti) che a lungo termine (effetti cronici).
Tra i principali effetti acuti, cioè quelli che si verificano nei periodi di picco, come quelli che stiamo attraversando in questi giorni) vi sono: · aumento della mortalità giornaliera per tutte le cause, e in particolare per cause cardiovascolari;
aumento dei ricoveri per asma e malattia polmonare ostruttiva cronica (COPD)
aumento dei ricoveri per malattie cardiovascolari;
diminuzione della funzionalità polmonare
aumento dei sintomi respiratori acuti in bambini e adulti (tosse, bronchiti ecc).

Tra gli effetti a lungo termine, cioè a fronte di un’esposizione continua ad alti livelli, come quella che annon dopo anno carterizza le città venete, vi sono una riduzione dell’aspettativa di vita stimata di 1-2 anni (secondo studi condotti negli USA), ed effetti quali diminuzione della funzionalità polmonare e l’ aumento di malattie respiratorie, cardiovascolari, e tumori. VEDI TABELLA 2 [Brunekreef B. and Holgate S.T., Lancet 2002, 360:1233-1242] [Stone V., Am J Respir Crit Care Med 2000, 162:S44-S47].

2) PM10 e Asma
I dati disponibili indicano che l’esposizione al PM10 è associata con l’aggravamento della patologia asmatica, mentre non è stato finora dimostrato un suo ruolo nel determinare l’insorgere dell’asma. E’ noto infatti che il PM10 è in grado di indurre una risposta infiammatoria nelle vie respiratorie, risultante in una diminuzione della funzionalità polmonare e nell’aggravamento dell’infiammazione preesistente negli stati d’asma.
[Stone V., Am J Respir Crit Care Med 2000, 162:S44-S47]

3) Alterazioni dell’apparato cardiovascolare
Per quanto riguarda l’aggravamento delle malattie cardiovascolari, alcuni studi epidemiologici indicano che le micropolveri possoono provocare un aumento della viscosità e della coagulabilità del sangue.
L’inquinamento da particolato può portare altre alterazioni a carico dell’apparato circolatorio, quali l’aumento della concentrazione di fibrinogeno e piastrine nel sangue, il sequestro di globuli rossi nel polmone, l’aumento del rischio di aritmia; il ruolo di queste alterazioni negli eventi cardiovascolari legati al PM10 sono però ancora da chiarire
[Stone V., Am J Respir Crit Care Med 2000, 162:S44-S47] [Brunekreef B. and Holgate S.T., Lancet 2002, 360:1233-1242)]

4) Effetti genotossici e cancerogeni
Esistono diverse evidenze di un’associazione tra esposizione a PM10 e cancro e danni al materiale genetico. Recentemente uno studio americano ha documentato un’associazione tra esposizione cronica a PM10 e mortalità per cancro al polmone, limitatamente ad individui di sesso maschile. Gli estratti di particolato urbano possono indurre tumori alla pelle in animali da esperimento e causano mutazioni genetiche. Altri studi in vitro hanno dimostrato che il particolato urbano è genotossico in cellule di mammifero.
E’ stato inoltre dimostrato che il particolato delle emissioni diesel è cancerogeno nell’animale ed è stato classificato come "probabile cancerogeno per l’uomo" (gruppo 2A) dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Anche gli estratti di particolato di motori a benzina e diesel sono risultati mutageni. L’attività mutagena del particolato è associata quasi esclusivamente al particolato fine ed è da attribuire principalmente al suo contenuto di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) [Brunekreef B. and Holgate S.T., Lancet 2002, 360:1233-1242)] [Clonfero E.: Genotossicologia del particolato urbano. Med Lav 88: 13-23 (1997)])

5) Effetti allergizzanti
L’evidenza di un’associazione tra inquinamento da PM10 e aumento delle malattie allergiche è per ora limitata. Parecchi studi hanno considerato il contenuto in allergeni del PM10, allo scopo di valutarne gli effetti sulla salute, ma non ci sono ancora coclusione certe. E’ stato osservato però che il particolato delle emissioni diesel fa aumentare la sintesi degli anticorpi coinvolti nelle reazioni allergiche ed è quindi possibile che possa causare una sensibilizzazione ai comuni allergeni. E’ stata avanzata l’ipotesi che interagendo assieme, o con altri fattori ambientali, il particolato e gli inquinanti gassosi possano avere effetti dannosi a lungo termine sugli individui allergici.
[Stone V., Am J Respir Crit Care Med 2000, 162:S44-S47] [Brunekreef B. and Holgate S.T., Lancet 2002, 360:1233-1242]).

6) Chi è più a rischio
I bambini e le persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari, a parità di esposizione, risultano più suscettibili degli altri agli effetti dannosi del PM10.
Le persone affette da malattie polmonari di tipo infiammatorio, come l’asma e la fibrosi cistica, o da infezioni respiratorie, possono essere predisposte a sviluppare, in seguito ad esposizione al PM10, una risposta proinfiammatoria esagerata, in grado di produrre un aggravamento della malattia preesistente.
Per quanto riguarda invece gli individui con malattie cardiovascolari, il meccanismo che porta ad un’aumento della mortalità non è ancora del tutto chiaro. Si ipotizza che tali pazienti possano avere eccessivi livelli ematici di fattori della coagulazione, che potrebbero ulteriormente aumentare in seguito all’esposizione a PM10, innescando un attacco di cuore o un ictus. Gli attacchi di cuore potrebbero essere dovtui anche all’alterazione della frequenza cardiaca durante episodi di inquinamento, come osservato nel cane e, recentemente, anche nell’uomo. La suscettibilità agli effetti dannosi potrebbe dipendere anche da fattori di tipo genetico, che non sono però ancora stati identificati.
I bambini sono a maggior rischio di effetti dannosi per vari fattori, quali le minori dimensioni e l’immaturità dell’apparato respiratorio rispetto agli adulti, il diverso grado di deposizione delle particelle nelle vie aeree, la ridotta capacità di clearance delle particelle.
[Stone V., Am J Respir Crit Care Med 2000] [World Health Organization Regional Office for Europe-European Environmental Agency, Environmental Issue Report n°29, Children’s Health and environment: a review of evidence. 1. Children’s special vulnerability to environmental health hazards: an overview, pp 18-28].

TABELLA 2 –
Effetti a breve termine

Aumento della mortalità giornaliera (escluse le morti accidentali) totale – per cause respiratorie
3-4%
– per cause cardiocircolatorie
1-2%
-Aumento dei ricoveri in ospedale per malattie respiratorie
1.5-2%
– per malattie cardiocircolatorie
0.5-1%
Aumento delle consultazioni mediche urgenti a causa dell’asma
2%
Aumento degli attacchi di asma negli asmatici
5%
Aumento dell’uso dei farmaci broncodilatatori negli asmatici
5%
Aumento delle assenze dal lavoro e diminuzione delle attività a causa di malattia
10%
Effetti a lungo termine

Aumento complessivo della mortalità
3-8%
Aumento della incidenza di bronchite cronica negli adulti
25%
Aumento della tosse e della espettorazione negli adulti
13%
Aumento della bronchite e dei disturbi respiratori nei bambini
35%
Diminuzione della funzione polmonare negli adulti
3%

Perchè l’inquinamento da micropolveri è pericoloso per la salute umana? a) Le componenti delle micropolveri
Gli effetti dannosi del PM10 sono legati alle sue caratteristiche chimiche e fisiche. Il particolato contiene infatti una serie di sostanze con effetti tossicologici importanti (aerosol acidi, metalli, idrocarburi policiclici aromatici ed altri composti organici, endotossine). Inoltre alcune delle sostanze adsorbite sulle particelle possono reagire tra loro dando origine ad altre specie chimiche con effetti tossici maggiori di quelle di partenza. Gli effetti sulla salute sono legati anche alle dimensioni delle particelle: minori sono le dimensioni, maggiore è, a parità di massa, la superficie disponibile ad adsorbire sostanze biologicamente attive e ad interagire con l’apparato respiratorio. [Dolara, P.: Inquinamento dell’aria. In "Tossicologia generale e ambientale", Padova, Piccin, 1997, pag. 193-212]. [World Health Organization: Health aspects of pollution with particulate matter, ozone and nitrogen dioxide. Report on a WHO working group. 2003.] b) I meccanismi alla base degli effetti respiratori Il particolato, entrato nelle vie respiratorie, innesca processi di infiammazione a carico dei tessuti con cui viene a contatto. Studi di tossicità condotti sull’animale e sull’uomo, hanno evidenziato che alla base della risposta infiammatoria vi sono processi ossidativi, mediati da radicali liberi. In sintesi si verifica, a livello polmonare, un danno tissutale acuto con conseguente attivazione di meccanismi di riparazione. Il continuo ripetersi di tali cicli di danno e riparazione può portare a una trasformazione patologica dell’epitelio (metaplasia mucosa) e ad una cronicizzazione dell’infiammazione. [Brunekreef B. and Holgate S.T., Lancet 2002, 360:1233-1242] c) Le componenti responsabili degli effetti tossici Gli effetti tossici del PM10 sembrano riconducibili sia alle dimensioni che alla composizione chimica delle particelle. Diversi studi sperimentali, svolti proprio per chiarire quali componenti del particolato determinino gli effetti proinfiammatori, suggeriscono un ruolo importante della componente metallica e/o della frazione fine (PM2,5) e ultrafine (PM0,1). Secondo i risultati di alcuni studi, i metalli, e in particolare i metalli di transizione, potrebbero agire mediante reazioni chimiche ("reazioni di Fenton") in grado di generare radicali liberi: questi possono indurre stress ossidativo e danni ai sistemi biologici, e favorire l’infiammazione nei tessuti. Anche gli studi sulle particelle ultrafini mostrano che esse hanno diverse proprietà proinfiammatorie: inducono, a parità di massa-dose, un’infiammazione maggiore rispetto a particelle più grandi. Si pensa inoltre che le particelle ultrafini abbiano maggiori possibilità di interagire con i tessuti, sia perchè hanno un rapporto superficie/massa maggiore rispetto alle particelle più grandi, sia perchè possono essere assorbite all’interno dei tessuti polmonari ed anche entrare nel circolo sanguigno, raggiungendo altri organi. [Stone V., Am J Respir Crit Care Med 2000, 162:S44-S47]