E’ importante che gli assessori Zan e Clai non abbiano votato in Giunta l’accorpamento con Hera: è necessario dare il tempo alla città di discutere di un’operazione che rischia di sottrarre al nostro territorio ogni capacità decisionale sulla gestione dei beni comuni. Se poi aggiungiamo che il nuovo piano provinciale dei rifiuti e il DGRV regionale, di fatto sdoganano lo smaltimento in provincia di Padova dei rifiuti provenienti da fuori, c’è il rischio che per motivi puramente economicisti Padova diventi il “distretto dell’incenerimento” a partire dalla realizzazione della (già ventilata) quarta linea. Quando invece, i numeri della raccolta differenziata ci dicono nel giro di poco tempo si potranno chiudere tutte le discariche e basterà solo la terza linea a bruciare tutto il secco non differenziato della provincia.
Ha ragione l’Assessore Silvia Clai quando chiede di inserire nel piano industriale in vista dell’aggregazione con Hera una clausola che prevede la chiusura della prima linea, e, aggiungiamo noi di Legambiente, serve anche l’impegno a non costruirne altre nel padovano. Ed hanno ragione anche i tanti che esprimono preoccupazione sul metodo decisionista e frettoloso adottato dal Sindaco sulla la fusione (o forse è meglio dire l’incorporazione) Hera-Acegas. Dalla IDV che chiedono più trasparenza, al Comitato per l’Acqua bene Comune, a Rifondazione ed al Movimento Cinque Stelle che sostengono, a ragione, che le modalità dell’aggregazione sono in controtendenza con gli esiti dei referendum sull’acqua del giugno 2011 (recentemente confermati dalla corte costituzionale) e che rischiano di portare ad un’ulteriore privatizzazione dell’acqua. Senza dimenticare le posizioni di Pdl e della Lega Nord. che criticano l’impostazione dirigista della fusione.
C’è n’è abbastanza per frenare sull’operazione. Il consiglio Comunale di Lunedì rinvi il voto ed avvi un vero dibattito che coinvolga la città. Su un tema di tale importanza per il futuro della città andrebbe istituito un forum pubblico ad hoc, che guidi il processo decisionale, nel quale si confrontino i decisori politici con esperti del settore, categorie, associazioni e comitati ei cittadini, organizzazioni sindacali.