Torri di San Carlo: alla bruttura architettonica si aggiunge quella di un percorso partecipativo pasticciato e lontano da un coinvolgimento consapevole degli abitanti. Un percorso che, come ciliegina sulla torta, martedì scorso ha visto sconfessate in un paio d’ore le affermazioni pubbliche dell’Assessore alla partecipazione. Un passaggio poco chiaro che forse è stato dettato da un semplice qui pro quo, ma che lascia intendere come sui processi partecipativi la politica della giunta sia lasciata alla libera interpretazione dei singoli. Cambiare la data della consultazione quando alla stampa cittadina veniva spiegato che quella del 28 maggio rappresentava una garanzia sotto tutti i punti di vista, non può essere letto solo come un aggiustare il tiro.
Cogliamo comunque questa opportunità e anche noi lo intendiamo come un aggiustare i tiro e quindi, facendo nostre le richieste del segretario generale della Cgil, chiediamo che almeno si arrivi a: “concertare la formulazione dei quesiti, in modo che siano rappresentate tutte le istanze sociali e politiche con pari dignità. Senza questa condizione si avrebbe il concreto rischio che una parte delle associazioni ambientalistiche, sindacali, sociali e politiche si troverebbero nella indisponibilità di esprimere la propria indicazione serena di voto in quanto non compresa nei quesiti proposti. Questo inevitabilmente produrrebbe una consultazione falsata sul piano democratico tra le ragioni dei no, delle astensioni, e del boicottaggio dello strumento proposto”.
Una proposta che ci appare una necessità anche di fronte al titolo “una piazza per l’Arcella” proposto dall’Amministrazione e che, sinceramente, ci appare alquanto mistificatorio.