Mercoledì 27, Legambiente Padova ha inviato una segnalazione urgente, con richiesta informazioni, al Sindaco e Assessore all’Edilizia Privata Sergio Giordani, all’Assessore al Verde Antonio Bressa, all’Assessore all’Urbanistica Andrea Ragona, al Capo Settore Edilizia Privata, al Capo Settore al Verde, al Capo Settore all’Urbanistica, al Comando Polizia Locale.
Di cosa si tratta lo spiega Sergio Lironi, Presidente onorario di Legambiente Padova. “In questi giorni il tratto finale di via Libia, un sentiero in terra battuta limitato da un fossato e da un filare di alberi, è stato recintato e come risulta dalle foto allegate sono iniziati i lavori per l’interramento della canaletta esistente e la trasformazione del sentiero in una vera e propria strada. Lavori evidentemente finalizzati a rendere accessibile con mezzi meccanizzati la casa in corso di ristrutturazione alla fine di via Libia”.
“Le opere in corso – continua Lironi – destano notevole preoccupazione soprattutto per due ragioni. La prima è che negli studi per il Piano del Verde recentemente approvato dal Consiglio Comunale proprio quel sentiero, quella canaletta e quel filare di alberi vengono indicati come una delle principali e più rilevanti preesistenze ambientali e paesaggistiche del territorio del Basso Isonzo: territorio che lo stesso Piano del Verde prevede venga destinato a Parco agro-paesaggistico. Si allega a tal fine la mappa in cui sono evidenziate le tracce storiche del territorio, desunte da quelle di proprietà del Monastero di Praglia attribuite al perito Giovanni Falconi (vedi *nota).
In secondo luogo il sentiero preesistente costituiva di fatto uno dei principali accessi pedonali e ciclabili alle aree del Parco agricolo del Basso Isonzo, un percorso da sempre molto frequentato. Legambiente dunque chiede se le opere in corso comporteranno la chiusura definitiva di detto percorso e, nel caso, se non siano state studiate soluzioni alternative”.
*Nota
Scrive Viviana Ferrario, una delle progettiste del masterplan del Parco: “La stradina è veramente un piccolo gioiello, un’oasi e anche l’unico esempio di come erano fatte un tempo le strade campestri della zona, con siepi indispensabili per ridurre il soleggiamento e fossi utilissimi per la sicurezza idraulica. Come segnalato nel Piano del Verde si tratta inoltre di un percorso storico documentato nelle mappe dell’abbazia di Praglia fin del XVII secolo”.