Le tragedia accadute negli scorsi giorni fra Liguria e Toscana ci hanno mostrato nuovamente che l’abbandono della cura del territorio italiano da un lato e la cementificazione dall’altro, hanno raggiunto ormai un livello tale da farci vivere in una costante situazione di rischio. L’emergenza allagamenti, in caso di forti pioggie, è diventata normalità. Il Veneto è fra i territori più a rischio a livello nazionale. Giusto qualche giorno fa ricorreva l’anniversario dell’alluvione dello scorso anno. Ma sembriamo non imparare nulla dalle calamità: o ancora oggi troppi sono i progetti non compatibili con un territorio già ad elevato rischio che amministrazioni di diverso colore stanno portando avanti.
Si pensi che prossimamente il Comune di Padova sarà chiamata a pronunciarsi un’ulteriore cementificazione del cuneo verde in zona parco Iris, che ha subito di recente ingenti allagamenti, e parte dell’Amministrazione sta ancora a discutere se spostare le future costruzioni di qualche decina di metri piuttosto che dare un netto stop al progetto e spostare la cubatura in un ambito non a rischio idraulico.
Bisogna pensare a un modello diverso di città. In questo senso le notizie trapelate in questi giorni che vorrebbero l’abbandono dell’idea di costrurire l’Auditorium in piazzale Boschetti per unificarlo assieme al futuro Centro congressi in zona Fiera (come chiesto da anni da Legambiente) sono una buona notizia. Ma ora si dovrà vincolare l’area del Boschetti a verde e realizzarvi una parte fondamentale del tanto decantato, ma mai costruito, Parco delle mura. C’è poi un altro urgente intervento per cui non si potrà aspettare la prossima pioggia è quello sanare l’errore di calcolo della Superficia Agricola trasformabile nel P.A.T. (errore ammesso del Comune) che prevede un aumento ingiustificato di aree edificabili per mezzo milione di metri cubi dove invece ci dovrebbero essere aree agricole. Bisogna smettere di continuare a costruire consumando suolo verde e bisognerebbe invece preoccuparsi di riqualificare l’esistente e di aver maggior cura del nostro territorio: anche l’economia ne trarrebbe vantaggio.
I provvedimenti che abbiamo elencato fino a qui sono solo alcuni esempi. Un’amministrazione che vuole dimostrarsi virtuosa dovrebbe adottarli per due motivi. Il primo è quello di ridurre l’impermeabilizzazione del suolo e dunque relativo alla salvaguardia del territorio in un’ottica di prevenzione che ribalterebbe l’italico vizio di intervenire solo post quem.
Il secondo motivo è quello relativo all’idea di città che ha chi ci governa. Se si tratta di una città in cui la pianificazione urbana è delegata ai costruttuori o di una città dove prevale l’interesse pubblico.
La nostra città non ha più tempo da perdere, chiediamo al cosidetto partito del fare di fare. Ma di fare bene. Questo potrebbe innestare un meccanismo virtuoso che porterebbe effetti benifici anche su quelle operazioni che si stanno facendo fuori città, ma che non risparmieranno Padova. Due su tutte. L’ecomostro Veneto city e la camionabile la cui realizzazione impedirebbe quella dell’Idrovia Padova Venezia. Queste due opere hanno già goduto di ampio spazio nel campo delle ipotesi. E’ ora di rinfrescarci la mente con nuove idee.
Andrea Ragona – Presidente Legambiente Padova