In queste settimane si parla di parco Milcovich dopo l’inizio repentino dei lavori di costruzione dei nuovi spogliatoi da parte della confinante società sportiva l’U.S. Arcella e dell’ampliamento del campo da calcio, prima pubblico ed ora concesso alla stessa società della parrocchia di Sant’Antonino. Lavori che hanno causato la momentanea chiusura dell’area giochi bambi ma soprattutto la riduzione di una fetta del parco e il taglio di una ventina di alberi.
Legambiente ritiene che questo esproprio – frutto di un accordo di alcuni anni fa fra parrocchia e settore Patrimonio del Comune, approvato anche dal Quartiere – vada valutato in un ragionamento globale sul futuro del parco che nei prossimi anni crescerà espandendosi verso l’area dell’ex Pioppeto, cioè sotto le scarpate del nuovo Ponte della Fiera. In questa prospettiva andava illustrato e discusso – con molto anticipo – con i residenti e i (molti) frequentatori. Senza la presentazione di un progetto complessivo, sono rimaste la rabbia e la paura di vedersi espropriati di un bene pubblico, all’indomani dei lavori di risistemazione svolti 2 anni fa dal Comune. Spiace che l’amministrazione non abbia trovato, tra settore Verde, Ambiente, Partecipazione e Quartiere modi e tempi per farlo.
Anche perché rispetto al progetto di ampliamento – di per sé positivo – permangono alcuni punti critici che secondo noi andrebbero affrontati in modo differente. In sintesi la nuova area verde è frutto di un’estensione di circa 10.000 mq, all’interno dei quali troveranno prevalentemente spazio i nuovi orti sociali.
Ma al netto di questo ampliamento bisogna sottrarre una fetta consistente dell’attuale area cani che verrà ridotta di circa 1/3 per permettere la realizzazione di una nuova strada che partirà dal capitello di via Altichieri da Zevio con una rotatoria e proseguirà fino ad congiungersi con via Perosi; una nuova strada non solo di accesso alle 5 nuove palazzine residenziali ma anche per raggiungere il nuovo supermercato di 1.000 mq che sorgerà all’angolo con via Perosi (operazione immobiliare dei privati quale compensazione per aver ceduto parte di quest’area per il nuovo Ponte della Fiera).
Legambiente chiede alcune modifiche (vedi qui carta di progetto e nostre osservazioni) tra cui che la strada si fermi prima di “entrare nel parco” sostituendola nella parte finale con un percorso ciclo pedonale, evitando di tagliare una decina di alberi ad alto fusto e di ridurre l’area cani. Ma anche perché altrimenti rischia di diventare una pericolosa bretella interna al quartiere che andrà in crisi all’altezza della strettoia di via Enselmini.
Invece lo sforzo deve essere quello di favorire la comunicazione a piedi o in bici interna al quartiere (verso il nuovo ponte, verso il supermercato, verso l’asilo e i servizi) mentre l’accesso auto dovrà essere previsto solo là dove le attuali infrastrutture lo consentono (da via Perosi). Per questo motivo riteniamo necessaria che a metà della nuova strada parta una ciclopedonale che salga sul nuovo ponte della Fiera. E’ l’unico modo per garantire ai residenti della zona l’accesso al ponte (che, ricordiamolo, nasceva per il collegamento del rione con il centro storico) senza lunghi giri e diventando la naturale prosecuzione della ciclabile che parte da Pontevigodarzere, via Saette-Curiel.
Una correzione in questo senso consentirebbe di recuperare – parzialmente – la promessa secondo cui il nuovo Ponte della Fiera avrebbe avuto una valenza urbanistica che trascendeva quella strettamente viabilistica. Il ponte (già) verde doveva creare una promenade alberata che collegava il parco Milcovich ed il centro di S.Antonino con la zona della Fiera e con il parco delle mura all’altezza del Portello.
Se la discesa sul lato Fiera manca, sul lato Arcella spiccano le alte scarpate quasi verticali “da ingegneri” che sovrastano il parco Milcovich e non certo la ricucitura ottenuta da un dolce declivio verso l’area verde.
Anche la tempistica è un fattore da non sottovalutare. I lavori della parrocchia sono già iniziati. Il progetto palazzine e supermercato è già stato approvato in commissione Urbanistica. Quali sono i tempi del Comune per i lavori dell’ampliamento del Parco? Esiste un cronoprogramma? È’ stato definito ed approvato il progetto definitivo? Nel rapporto con i privati è fondamentale ottenere che si dia priorità nell’attrezzare il verde piuttosto di vedere come prima opera la nuova strada.
Ci chiediamo se le risorse economiche sono sufficienti. A bilancio nel Piano Triennale delle Opere e Infrastrutture perl’ampliamento del Parco sono stati assegnati 120.000 euro. Sono sufficienti? Sono reali o dipendono dalle alienazioni? Rispetto a quanto il rione ha dubito subire dal cantiere in questi 2 anni chiediamo uno sforzo compensativo più consistente, anche con l’intervento finanziario del Quartiere Arcella.
Ma esiste anche un problema di qualità e distribuzione delle alberature sul quale va posta molta attenzione. Ciò è dovuto all’aumento del traffico e conseguente inquinamento da PM10, rumore ed ozono che il nuovo Ponte della Fiera produrrà, aggravato dal fatto che auto e furgoni correranno ad una quota più elevata. Dovrà essere predisposta una barriera di verde a protezione considerando i rischi per i bambini (al Milcovich per i giochi senza dimenticarci dei 60 neonati del nido comunale Il Trenino), gli sportivi e gli anziani. Fondamentale saranno tipi e quantità delle essenze piantumate, che dovranno garantire una capacità di scambio di CO2 superiore a quella persa nella zona Milcovich-ponte Fiera pena vanificare quanto deciso nel Patto dei Sindaci per il Clima.
Inoltre va pretesa la ri-piantuimazione dei circa 70 platani tagliati in via Jacopo d’Avanzo che hanno sempre assicurato barriera al rumore e ai raggi solari estivi, contro il parere delle FS che ora che sono stati abbattuti non li rivuole per motivi di sicurezza.
Oltre a tutto questo bisogna ragionare su funzioni e aspetti sociali collegati al parco. Fino ai primi anni 2000 il parco Milcovich presentava una situazione di degrado sociale con fenomeni di spaccio che si sono gradualmente risolti grazie ad un maggiore frequentazione del parco stesso.
In prospettiva serve immaginare una nuova gestione che vada oltre alla sola guardiania. Bisogna investire per l’animazione sociale così come è stato fatto per il Parco del Piacentino e la struttura in muratura esistente lo consente. E perché non riflettere sulla ri-collocazione delle attività di sostegno scolastico e sociale La Scossa del settore servizi sociali oggi inserite in spazi parrocchiali che potrebbero trovare vantaggioso essere spostate presso le strutture del parco?
Fino a quando il campetto da calcio piccolo era pubblico abbiamo assistito a fenomeni di autorganizzazione di squadre che lo utilizzavano la domenica, spesso di giovani immigrati. Sarebbe utile insistere in questa direzione con un segretariato sociale che ne favorisse l’uso da parte di gruppi spontanei o semi-organizzati. Per non perdere tutto questo serve che il Comune definisca con chiarezza una convenzione-calendario per l’uso della parrocchia. Invece se ci sarà una concessione ad uso esclusivo alla parrocchia di Sant’Antonino – U.S. Arcella sarà un passo indietro, pur non volendo disconoscere il ruolo sportivo importante che questa società svolge.
Andrea Nicolello, Legambiente Padova