Sabato 5 luglio si è tenuta a Padova la “Notte dei Saldi” e quello che ci chiediamo è: ma dove è andata a finire la Notte Bianca? L’evento culturale estivo della nostra città si è trasformato nella svendita collettiva di calzini e magliette? Non è un po’ riduttivo, per una città con la nostra tradizione culturale?
È significativa la scelta che nella pubblicizzazione dell’evento si sia data più importanza al commerciale e non al culturale. Capiamoci: ben vengano i negozi aperti d’estate la sera (anche se non tutti i commessi e le commesse saranno d’accordo, e forse dovremmo chiederglielo..) e ben vengano occasioni per risollevare le sorti dei commercianti in questi tempi non troppo felici, ma quello su cui ci sembra importante riflettere è che il fulcro di un’iniziativa promossa dal Comune non può essere l’apertura dei negozi.
Se c’è piacere di stare assieme, se c’è socialità, può esserci anche consumo, ma non può essere che la socialità derivi dal consumo. Ci domandiamo quindi: perchè non ritornare alla proposta di qualche anno fa, magari migliorandola ed eliminando quegli aspetti da “folla da stadio” della Notte Bianca?
Se mancano i soldi si potrebbero differenziare le proposte dividendole in più serate con diverse iniziative nel centro storico anche coi negozi aperti e in saldo. Sarebbe bello e importante cogliere questa occasione per continuare e rafforzare l’azione dell’amministrazione per ampliare l’area del passeggio oltre al solito asse Piazza Garibaldi – Prato della Valle.
La cultura è momento di incontro tra le persone, è comunicazione ed arricchimento attraverso percorsi di approfondimento personali e di incontro con gli altri.
La riflessione non può che partire dal sé, dall’identità, e quindi dai luoghi dell’identità e della tradizione: perchè non promuovere il legame tra i luoghi di incontro e il commercio al dettaglio che molto possono raccontare di Padova e dei Padovani?
La bella mostra del fotografo Umicini al Museo del Santo, conclusasi qualche mese fa, in maniera delicata ma al tempo stesso palese evidenziava il ruolo che le botteghe hanno sempre svolto nella vita della Padova dei “veci” e dei “boce”: piazze e botteghe, ciacole e cicheti, gelati e shopping, risate e buon vino. Mescolare ed agitare per un mix di qualità e sicuro successo. Se mancano alcuni ingredienti, però, resta l’amaro in bocca.
Teresa Griggio