Ci è arrivata, e la pubblichiamo volentieri, una nota dell’Assessore Mariani in merito al nostro articolo sulla seduta della Commissione Auditorium dell’8 novembre scorso.
Con riferimento alla nota “Auditorium si, ma non in Prato della Valle”, inserita nella rubrica “Cemento che ride” nel numero 42 di Ecopolis Newsletter, che riferisce della riunione di martedì 8 u.s. della Commissione sull’Auditorium, desidero sottolineare quanto segue:
1 – Il titolo e l’inizio della nota sembra insinuare che la Commissione fosse all’oscuro dell’intendimento dell’Amministrazione di collocare l’Auditorium non in Prato della Valle, ma al PP1 o a Piazzale Boschetti. Ciò è completamente falso, in quanto l’ipotesi del PP1 è stata quella da me presentata nella prima riunione della Commissione il 23 novembre 2004 e l’alternativa di piazzale Boschetti, emersa a seguito del dichiarato intendimento del Soprintendente Monti di vincolare la palazzina antistante l’area del PP1 e su suggerimento dello stesso Soprintendente, è stata presentata alla Commissione nella riunione del 1° febbraio 2005 convocata a tale scopo.
2 – L’affermazione che una parte di Piazzale Boschetti sarà comunque edificata per colpa dell’ultima “variante Mariani” è completamente falsa. Il sottoscritto è stato viceversa promotore, nel 1998, in occasione della variante urbanistica al centro direzionale, del cambio di destinazione dell’area da “parcheggio principale” a “verde pubblico”, nonché dell’Accordo con la Provincia (Commissario Porena) di cessione dell’area al Comune in cambio dell’area comunale all’Intermodale.
La attuale destinazione dell’area e la sua aumentata edificabilità è conseguenza del Programma Integrato di Riqualificazione Urbanistica e Ambientale, adottato dalla Giunta Mistrello Destro il 1° giugno 2004 e che formalizzava un accordo stipulato il 12 febbraio 2004 tra lo stesso Sindaco e il Presidente Casarin. Il sottoscritto ha solo portato il PIRU all’approvazione finale del Consiglio Comunale l’8 novembre 2004, perchè Sindaco e Giunta hanno ritenuto, anche se a malincuore, di dover onorare tale Accordo, in quanto intervenuto tra Enti pubblici e destinato anche a facilitare il trasferimento dell’autostazione e del parcheggio degli autobus extraurbani nelle aree della Ferrovia.
3 – Circa le dimensioni e le caratteristiche strutturali e funzionali dell’Auditorium, anche ai fini di garantire la massima flessibilità e i minimi costi di gestione, esse sono chiaramente emerse dai lavori della Commissione (e dal questionario compilato dai componenti della stessa Commissione), ma soprattutto dalle esperienze dei sei gestori di sale (italiane e straniere) appositamente invitati per pubblici incontri (Conferenze “L’impresa musicale” nei mesi di marzo, aprile e maggio 2005), nonché dagli appositi incontri tecnici tra esperti (Musica antica e etnica, Danza, Congressi).
Tali caratteristiche saranno riversate nel Documento preliminare alla progettazione, in corso di redazione, che sarà fornito ai 10 progettisti prescelti alla fine della prima fase del Concorso. Sulla bozza di tale Documento sarà richiesto il parere anche della Commissione.
4 – Circa i costi di gestione, una volta assicurata, come è stato fatto, la massima attenzione per inserire nel documento di progettazione tutte le prescrizioni atti a ridurli, l’Amministrazione intende, dopo aver avviato il Concorso, da una parte individuare esperti da inserire nell’Ufficio Direzione Lavori, per garantire l’implementazione di ulteriori accorgimenti atti a ridurli, e dall’altra di studiare (e/o far studiare) le modalità di programmazione e gestione delle attività dell’Auditorium (che inizieranno non prima di 4-5 anni).
Luigi MARIANI. Assessore all’Urbanistica e Edilizia Privata; Co-presidente della Commissione per l’Auditorium
L’assessore critica il senso del titolo e dell’’affermazione di apertura del pezzo pubblicato su Ecopolis 42; che l’edificazione di piazzale Boschetti non è imputabile ad alcuna “variante Mariani”; le domande sulle dimensioni e sui costi di gestione.
Velocemente ribadiamo il senso delle nostre ragioni:
il titolo rassicura che l’audotorium non si farà in Prato della Valle (ma nemmeno nel PP1 come da programma elettorale);
L’assessore ha ragione: non vi è stata una “variante Mariani”: la variante è stata predisposta e adottata dalla Giunta Destro, ma approvata dalla Giunta Zanonato nel novembre 2004 ed è attualmente all’esame della Regione per l’approvazione definitiva (perché non pensare ad un’ipotesi di revoca non essendo ancora concluso l’iter amministrativo?);
La proposta di bando attualmente non presenta in allegato ancora il Documento preliminare alla progettazione e temiamo la possibilità che, una volta redatto, il Documento venga presentato in Commissione senza che vi sia il tempo di discuterne pubblicamente il contenuto. (dg)
Auditorium a piazzale Boschetti? Una tragica scelta urbanistica
Padova, purtroppo, ha una lunga storia di ottimi studi e piani urbanistici puntualmente disattesi e stravolti dagli interventi “in variante” voluti dai suoi Amministratori: interventi motivati da “occasioni da cogliere al volo”, interessi non sempre chiaramente decifrabili ed opportunità mutevoli, al di fuori di qualsiasi visione strategica dello sviluppo urbano. Basti osservare quanto poco, nella prassi urbanistica ed edilizia della nostra città, sia stato realizzato in conformità ai piani regolatori di Piccinato, agli studi sul territorio periurbano di Abrami ed al più recente progetto di Roberto Gambino per il recupero e la valorizzazione della rete fluviale e del verde pubblico.
La volontà dell’attuale Giunta di localizzare il nuovo Auditorium nell’area di piazzale Boschetti ci pone nuovamente di fronte a questa evidente dissociazione tra teoria e pratica, tra dichiarazioni di principio e concrete scelte di governo della città: una specie di “sindrome da grandi opere”, per cui l’importante è dimostrare che qualcosa si fa, anche se ciò che si fa contraddice vistosamente piani e progetti precedentemente discussi ed approvati.
Sia Piccinato che Gambino hanno chiaramente indicato nei loro piani la centralità del sistema delle acque e delle mura cinquecentesche per il recupero e la valorizzazione della storia e dell’immagine della nostra città. «L’antica città delle acque – scrive Gambino nella relazione al piano presentato nel 1996 – ha voltato le spalle ai fiumi, rimuovendo tradizioni ed abitudini secolari e lasciando a stento sopravvivere squarci romantici dei canali interni o brani spesso inaccessibili dei fiumi che la lambiscono. Eppure, nonostante le gravissime mutilazioni inferte soprattutto negli ultimi decenni, è ancora il sistema delle acque, con la quasi-continuità delle sue pur deboli fasce di vegetazione ripariale […] a costituire l’infrastruttura ecologica di base per il riequilibrio ecologico e fruitivo della città».
Sia Piccinato che Gambino individuano, ai fini della ricostruzione di un sistema integrato fiume-verde-mura urbane, la posizione strategica e quindi il ruolo essenziale della fascia di verde compresa tra le Porte Contarine ed il Roncajette, in quanto potenziale sistema connettore tra i residui spazi aperti della città densa ed il verde periurbano: un sistema di cui fa parte integrante il previsto recupero ad area verde di piazzale Boschetti. Il progetto di Gambino (a cui fa peraltro riferimento anche il Contratto di Quartiere Portello recentemente approvato) arriva persino a definire puntualmente gli indirizzi per la riconversione a verde pubblico dell’area di piazzale Boschetti, salvaguardando le palazzine novecentesche e disegnando un viale ciclopedonale di sponda dotato di alberature di alto fusto, “di grande riconoscibilità visiva”, dal quale «si distaccano in modo radiocentrico filari alberati di essenze diverse», tali da configurare spazi verdi diversamente attrezzati.
Questo disegno organico di ricomposizione figurativa e funzionale di un’area vitale per la città storica viene del tutto ignorato e brutalmente contraddetto dai nuovi progetti edificatori: sia da quello approvato nel novembre 2004 di ampliamento delle cubature esistenti in piazzale Boschetti (attualmente all’esame della Regione e per il quale sarebbe pertanto ancora possibile un provvedimento di revoca), sia – a maggior ragione – da quello concernente l’Auditorium, che per le sue dimensioni (anche nel caso, di una auspicabile, ma non certa, buona qualità architettonica) sovrasterebbe le mura cinquecentesche compromettendone irrimediabilmente la visione e l’immagine.
Non secondario è infine il fatto che la ristrettezza dell’area disponibile in piazzale Boschetti (circa diecimila metri quadri, quando ne servirebbero oltre ventimila) va a detrimento della stessa funzionalità e significatività dell’Auditorium, che infatti si riduce – nella versione attuale – a due sole sale di ascolto musica, senza alcuna possibilità di ampliamenti futuri. Anche in questo caso, un progetto ben diverso da quelli presentati nel 1999, previsti nell’area del PP1 ed inseriti nel programma del Sindaco, che prevedevano una vera e propria “cittadella della musica” fruibile in tutte le ore del giorno, integrata con il Conservatorio, con tre sale di ascolto, sala prove, sala di regia, sala incisione, torre scenica, foyer, mediateca specializzata, caffetteria, spazi per l’amministrazione e di servizio…
Per parte nostra continuiamo a ritenere che – dati i vincoli esistenti nell’area indicata – si dovrebbe studiare la possibilità di localizzare l’Auditorium nel cuore di uno dei quartieri periferici di Padova, trasformando il progetto in una straordinaria occasione di riqualificazione e rigenerazione di un più ampio contesto urbano; se comunque ci si è convinti (ma i verbali della Commissione che ha lavorato su questo tema non ci sono ancora stati forniti) di dover ridimensionare – non solo per ragioni localizzative – il progetto originario, non si comprende perché questa versione ridotta di Auditorium non possa essere prevista all’interno del PP1 nei novemila metri quadri di superficie rimasti di proprietà comunale dopo l’improvvida vendita ai privati della residua parte dell’area.
Sergio Lironi, Presidente Legambiente