LEGAMBIENTE: “Lorenzoni insista con l’innovazione:
BiciPolitana e ciclabilità diffusa”
Legambiente plaude la decisione dell’amministrazione comunale di realizzare il nuovo servizio di bike sharing a rilascio libero. Se in questi anni quello tradizionale, con postazioni fisse, ha interessato soprattutto la popolazione studentesca, con il “free floating” si può ottenere un salto di qualità e di quantità di utilizzatori. La bici sarà sempre più un mezzo che vedremo per le strade di Padova.
Per questo ci rivolgiamo al ViceSindaco Lorenzoni cui indichiamo due progetti strategici innovativi da realizzare, utili a sostenere in generale la ciclabilità ma anche per far apprezzare l’uso della bici ai neofiti, conquistati dal bike sharing.
Il primo è la realizzazione della BiciPolitana, sul modello vincente di Pesaro.
Significa adottare un sistema di segnaletica stradale orizzontale e verticale molto impattante, evidente ed omogeneo. L’ispirazione è il modello comunicativo delle metropolitane dove, grazie all’attribuzione di colori differenti per ciascuna linea, anche chi non conosce la città, non si perde. Deve succedere anche in superficie: individuati percorsi lunghi (a Pesaro ne hanno 14), a ciascuno viene attribuito un numero ed un colore. Il tragitto sarà disseminato di segnaletica che ripropone il colore della linea e che comunica distanze, tempi, svincoli, incroci con altre “linee” (vedi presentazione BiciPolitana qui).
Chi va in bici diventa consapevole di essere un utente della strada a tutti gli effetti, portatore di diritti (e di doveri), meritevole di sicurezza in uno spazio pubblico che gli viene restituito. Chi guida l’auto comprende che non è lui il solo utilizzatore della strada.
Ma la BiciPolitana richiede alcuni interventi propedeutici. Sicuramente la ricucitura dei tratti ciclabili monchi per dare continuità, essenzialmente alle piste protette lungo le radiali di ingresso in città. Poi urge la messa in sicurezza di alcuni punti particolarmente pericolosi tra cui le rotatorie, sicuramente quelle realizzate nel periodo di Bitonci. Infine la protezione, tramite segnaletica orizzontale riflettente (occhi di gatto o chiodi spartitraffico catarinfrangenti) o tramite archetti, di gran parte dei percorsi in circonvallazione.
Il secondo intervento strategico è la moderazione del traffico. Nei rioni non servono le ciclabili, devono essere create le zone 30 km/h attraverso interventi strutturali (assi stradali disassati, attraversamenti pedonali a penisola o con isola, piastre rialzate, chicane … ). Così nelle zone 30 e ZTL potrà essere applicata la ciclabilità diffusa; strade a senso unico per le auto che diventano percorribili nei due sensi dalle bici, grazie ad una chiara segnaletica. Parigi è l’esempio migliore cui ispirarsi (non nei boulevard, ma nelle vie strette ai piedi di Montmartre o al Marais). Il codice della strada italiano lo consente, purchè la larghezza della strada sia pari ad almeno 4,25 m.